Per dare addosso agli odiati « progressisti », negli ultimi anni ideologi organici alle destre e qualche poveretto frustrato hanno montato alla nausea la panna del « politicamente corretto» : il linguaggio rispettoso che dice nero e non negro, gay e non frocio, disabile e non storpio, sovrappeso e non ciccione.
Poi sono passati alla denuncia del « wokismo», estendendo l’ostilità dal linguaggio agli obiettivi sociali: non discriminare, valorizzare la diversità, inclusione, equità, sostenibilità. Battaglie reazionarie mascherate da lotta per la libertà d’espressione.
Oggi i finti crociati della libertà non mimetizzano più il vero obiettivo coltivato all’ombra della lotta al « politicamente corretto» (e non ai suoi eccessi ridicoli): instaurare una censura vera, sdoganata dal nuovo Unto del Signore. Lo documenta bene il quotidiano « Le Temps » del 15 marzo.
In 29 dei 50 Stati degli USA, più di 4.000 libri sono già stati esclusi da biblioteche pubbliche e scuole nonostante la libertà d’espressione sancita dalla Costituzione. Per l’anno 2023-24 sono state avviate 10.000 procedure di « books bans ». Fra i libri già banditi, opere classiche che mettono in guardia dalle distopie totalitarie: Il diario di Anna Frank, 1984 di G. Orwell, Fahrenheit 451 di R. Bradbury, Il racconto dell’ancella di M. Atwood. Particolarmente sotto tiro i libri sulla lotta alla schiavitù e per i diritti civili, o che affrontano le tematiche LGBT+.
Vi sono poi due liste allucinanti di parole da escludere o, per ora, da « tenere sotto controllo ».
Già durante il Trump I era stato proibito ai Centri per il Controllo delle Malattie di utilizzare termini quali «diversità » e « transgenere » e locuzioni quali « basati sulla scienza » o « sostenuti da prove ». Ora, alla National Science Foundation è stata inviata una lista di termini da bandire, pena la modifica o anche la soppressione degli studi che ne fanno uso: « identità di genere », « assegnato maschio alla nascita », « persona incinta », « LGBT ». Una vera ossessione che fa dubitare della salute mentale di chi redige tali liste (come del resto di chi si complica la vita scrivendo « persona incinta » anziché «donna incinta »).
La lista delle parole «da tenere sotto osservazione » è ancora più inquietante: accessibilità, handicap, diversità, giustizia sociale, razza, etnia, discriminazione, equità, diversità culturali, marginalizzato, traumatismo, minoranze, razzismo, difensore, storicamente, eredità culturale, sistemico.
Si badi, non sono direttive interne a movimenti reazionari tipo i « nazionalisti cristiani » emersi già all’epoca di Reagan: sono direttive politiche indirizzate alle Istituzioni scientifiche, tentativi evidenti di conculcare la libertà scientifica e il pensiero critico.
Poiché molti avversari del « politicamente corretto» sono ora fra i sostenitori del nuovo corso censorio, mi sembra appropriato ricordare loro la famosa domanda: « Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? » ( Vangelo secondo Matteo).
Articolo di Martino Rossi, apparso sul Corriere del Ticino il 22 marzo