Nell’opuscolo informativo della Cancelleria sulla votazione sulla riforma fiscale è presente un errore grossolano nell’annesso Decreto Legge, confondendo categorie di reddito con categorie di sostanza. Questo errore è oggetto di un reclamo ufficiale consegnato oggi al Consiglio di Stato. Questo errore si aggiunge a una serie di informazioni fuorvianti diffuse dai favorevoli, che rischiano di inficiare il libero e democratico processo di formazione d’opinione.
Nell’opuscolo informativo ricevuto insieme al materiale di voto per le votazioni del 9 giugno, è presente un errore grossolano nel Decreto Legge sulla modifica della Legge tributaria. A pagina 18, all’art. 35 LT è infatti riportata una tabella nella quale la percentuale massima di prelievo fiscale per categoria di contribuenti viene indicata come “Imposta dovuta per la sostanza massima di ogni categoria” e non come imposta dovuta per il reddito massimo di ogni categoria.
È evidente che l’imposizione sul reddito e quella sulla sostanza non vanno confuse, come è evidente che i testi approvati dal Parlamento non devono mai essere modificati quando vengono presentati alla popolazione in vista del voto popolare. Questo modo di agire rende incerto il processo democratico, suscita inutili sospetti a proposito della precisione con la quale viene affrontata la preparazione delle votazioni popolari e in definitiva contribuisce a minare la credibilità delle istituzioni.
Considerata la gravità dell’errore, Laura Riget ha quindi presentato un reclamo ufficiale al Consiglio di Stato chiedendo di riconoscere immediatamente l’errore, di ricercarne la causa per evitare che si possa riprodurre in futuro, ma soprattutto chiedendo una pronta correzione della comunicazione alla popolazione con i mezzi più adeguati, affinché si chiarisca in maniera ineccepibile agli aventi diritto l’equivoco generato dall’inspiegabile modifica della tabella all’art. 35 LT. Qualora il Consiglio di Stato non desse adeguatamente seguito alle richieste formulate nel reclamo, la reclamante si riserva la possibilità di ulteriori passi.
Questo errore va ad aggiungersi a una serie di informazioni volutamente fuorvianti diffuse dal fronte favorevole alla Riforma fiscale, in primis l’affermazione che in caso di bocciatura cadranno definitivamente anche le misure non osteggiate dai referendisti e da nessuna forza in parlamento legate alle successioni aziendali, alle deduzioni professionali e al ritiro del terzo pilastro oppure quella che di questa riforma beneficerebbe anche il ceto medio. Questo atteggiamento e l’errore nell’opuscolo rischiano di inficiare il libero e democratico processo di formazione d’opinione e ledono il buon funzionamento nel nostro sistema di democrazia diretta.