OCST: Niente fango sulla scuola

Prendo atto con stupore e dispiacere di informazioni errate contenute nel comunicato stampa dell’OCST inerente a una procedura di disdetta del Consiglio di Stato che coinvolge un docente del Centro professionale tecnico (CPT) di Mendrisio, come pure di toni aggressivi e lesivi nei confronti delle istituzioni. In questi modi di comunicare non ritrovo i valori che OCST solitamente, giustamente, promuove e difende. Sulla vicenda finora è stata resa pubblica tramite alcuni media, anche con errori fattuali, unicamente una versione, parziale, dei fatti. Il docente stesso negli scorsi mesi ha rilasciato diverse interviste pubbliche in risposta alle quali non è stata rilasciata una presa di posizione pubblica. Questo non per volontà di non commentare, ma perché essendo aperta una procedura non possiamo entrare pubblicamente nel merito della questione, a tutela dello stesso docente e nel rispetto della privacy di tutte le persone coinvolte. Il Governo risponderà agli atti parlamentari relativi a questa vicenda nelle sedi e nelle modalità opportune. Viste però le ripetute accuse espresse pubblicamente su questo tema, penso sia doveroso chiarire due aspetti.

Primo: la procedura di disdetta avviata dal Consiglio di Stato – cosa che non accade fortunatamente di frequente – non è dovuta, come lascia intendere il comunicato stampa di OCST, al fatto che il docente in questione avrebbe segnalato problemi o situazioni di disagio. Secondo: respingo categoricamente la narrazione secondo cui chi si farebbe portavoce di disagio all’interno della scuola dovrebbe temere di essere “screditato e messo da parte”.

Questa è una narrazione del tutto infondata.

Come credo di aver dimostrato con i fatti da quando sono arrivata al DECS, le persone che dentro e fuori la scuola avanzano progetti e idee valorizzanti sono benvenute; le persone che si fanno portavoce di situazioni di disagio vengono prese seriamente, ascoltate, e – per quanto in nostro potere e nel rispetto delle procedure – sostenute.

Nei confronti di chi invece ha dimostrato comportamenti inadeguati o contrari alle disposizioni vigenti vengono adottate delle misure, misure che possono evidentemente essere contestate nelle sedi opportune. Ho sempre valorizzato il dialogo, il confronto e la discussione civile e costruttiva. E così continuo a fare da quando sono al DECS tanto con il corpo scolastico, con allieve e allievi, con associazioni come pure con attori esterni. Mi fa male e non posso accettare che venga gettato fango sulla scuola, istituzione pubblica di primaria importanza, e su chi vi lavora, sfruttando una situazione in cui le istituzioni sono tenute a tutelare la privacy delle persone coinvolte.

Articolo di Marina Carobbio apparso sul Corriere del Ticino il 14 settembre

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