Insieme all’area progressista – PS, Verdi del Ticino, PC e MP- ce alle associazioni ambientaliste come WWF e ATA, oggi abbiamo consegnato le 8’372 firme raccolte per il referendum contro il credito cantonale concesso all’aeroporto di Lugano-Agno, il quale non ha più un futuro. Vogliamo impedire che così si sprechino altri milioni di denaro pubblico. Il popolo potrà quindi esprimersi al riguardo.
Per quanto riguarda il referendum sulla riforma fiscale, siccome si è sul filo di lana e il conteggio definitivo non ancora terminato, bisogna aspettare la consegna di tutte le firme depositate presso presso le cancellerie comunali. Siamo coscienti che le speranze sono ridotte, ma è tuttavia necessario un esito finale.
Perché questo referendum contro il credito cantonale per l’aeroporto di Lugano-Agno?
Si vuole investire in un mercato, quello dell’aviazione di linea, che in Ticino non ha più futuro.
Il Governo, seguito dalla maggioranza del Gran Consiglio, vuole investire altro denaro pubblico stanziando un credito di 4.88 milioni Fr. che si aggiunge ai 40 milioni di denaro pubblico già stanziati dal 2006 al 2018, per una struttura che accumula solo debiti. La concorrenza di ferrovia e dei vicini terminal internazionali ha reso obsoleto l’aeroporto di Lugano-Agno. Lo dimostrano i fatti: la moria dei voli di linea è impietosa, da Agno non si vola più!
Si procrastina la transizione verso la sostenibilità non solo finanziaria, ma anche ambientale e sociale. Attendere ci costerà di più.
Invece di investire i soldi pubblici nella mobilità sostenibile, trasferendo i posti di lavoro in quel settore, Governo e maggioranza parlamentare si incaponiscono a tenere artificialmente in vita un’attività deleteria per l’ambiente, generando un pozzo senza fondo. L’aeroporto serve ormai solo gli interessi di pochi, per la grande maggioranza della popolazione non risponde più a un bisogno.
Con un progetto senza futuro si illudono i lavoratori invece di offrire loro opportunità di ricollocamento concrete.
La politica ticinese, acciecata dai propri sogni di grandezza, ha ignorato segnali presenti da tempo. Quante sono le compagnie aeree fallite? Quanti i soldi pubblici già iniettati in perdita? Sarebbe meglio avviare un piano sociale di ricollocamento per il personale (che comunque rimane senza lavoro in assenza di voli di linea) utilizzando, in mancanza di alternativa, le capacità delle amministrazioni di Città, Cantone, aziende pubbliche e aziende da essi sussidiate.