Non si cambiano le regole democratiche per convenienza


In vista del voto sui Bilaterali III, l’UDC pretende una votazione con la regola della doppia maggioranza, perché così avrebbe più chances di vincere, soprattutto contando sul no dei piccoli Cantoni. Ma la Costituzione federale dice chiaramente che la regola della doppia maggioranza è riservata solo alle votazioni sulle modifiche costituzionali, sull’adesione della Svizzera a organizzazioni di sicurezza collettiva e sull’adesione della Svizzera a comunità sopranazionali (lascio da parte il caso speciale dei decreti urgenti). Non trovandoci in nessuna di queste fattispecie, si potrà votare sul tema solo in caso di riuscita di un referendum facoltativo e a decidere sarà la sola maggioranza popolare. Pretendere un’altra soluzione non è che una forzatura del sistema, quello stesso sistema che tutti dovremmo difendere e rispettare, senza se e senza ma.

L’importanza o meno del tema in votazione non è per la Costituzione una questione rilevante e ogni discussione in questa direzione è fuorviante. A parte il fatto che stabilire cosa in politica sia oggettivamente importante e cosa non lo sia non è per nulla semplice, le «regole del gioco» ricordate più sopra non contemplano questo parametro: in materia di modifiche costituzionali, per esempio, la Svizzera ha deciso con la doppia maggioranza sull’abolizione dell’esercito e sulla dimensione delle corna delle mucche perché di mezzo c’erano due cambiamenti della Costituzione, indipendentemente dalla portata del tema in votazione.

Anche la tesi secondo la quale con i bilaterali III ci si avvicinerebbe ad un’adesione ad una comunità sopranazionale è parecchio strampalata, tant’è che tutte le volte che abbiamo votato sui bilaterali in passato, ben nove, non abbiamo mai votato secondo la regola della doppia maggioranza; sarebbe ben strano che cominciassimo a farlo adesso, così, perché qualcuno lo chiede o lo pretende. Non si cambiano le regole del gioco per opportunismo, non lo si fa nello sport, figuriamoci in democrazia. Non è lecito approfittare del fatto che la Svizzera non ha una corte costituzionale, la quale deciderebbe sul tema in ultima istanza senza considerare le cose non pertinenti, in particolare le convenienze politiche di questo o quello. Il ragionamento opportunistico è pericoloso, perché le conseguenze dell’applicazione di una regola sbagliata possono essere gravi. Se, per esempio, si giungesse ad un SI’ nel voto popolare e a un no nel voto dei Cantoni, il dibattito politico si infiammerebbe parecchio, visto che una marcata minoranza (diversi Cantoni svizzero tedeschi contano pochi o pochissimi votanti) imporrebbe il suo volere a una chiara maggioranza, e lo farebbe sulla base di un sistema di voto non conforme a quanto prevede la Costituzione federale. Un’ipotesi da scongiurare, perché pericolosa per la coesione del Paese e foriera solo di guai e incomprensioni evitabili.

La democrazia diretta ha le sue regole e il modo migliore di proteggerla è dire di no a chi vuole piegarla per dei propri calcoli di bottega.

articolo di Manuele Bertoli, già consigliere di Stato PS, apparso il 12 novembre sul Corriere del Ticino

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