È proprio vero che il mondo è cambiato con larrivo del coronavirus. Ed è cambiato profondamente, molto profondamente, come ricordava ieri in conferenza stampa il sindaco di Lugano Marco Borradori. Ma se la politica vuol essere larte di gestire saggiamente il presente per poter progettare il futuro, alla politica si chiede di non aver bisogno di una crisi epocale e drammatica come quella del coronavirus per rendersi conto dei profondi cambiamenti in atto e adattare quindi i propri progetti a questi mutamenti.
Il futuro della società di gestione dellaeroporto di Lugano LASA era chiarissimo ben prima dellarrivo del coronavirus. Erano pari a zero i voli di linea da e per Lugano, erano in difficoltà quasi tutti gli aeroporti regionali svizzeri, così come quelli che offrivano voli di breve percorrenza nel resto dEuropa, erano ormai operativi nel nostro cantone i buoni e rapidi collegamenti dal Ticino verso i grandi aeroporti intercontinentali come Kloten e Malpensa. Tutte condizioni fondate e dimostrate ben prima che ci fosse la crisi coronavirus.
Nonostante ciò si è voluto insistere per mantenere, a suon di deficit plurimilionari, la presenza a Lugano dellaviazione di linea. Così la maggioranza borghese cantonale e luganese ha voluto tirare dritta nel tenere in vita ciò che da tempo non aveva più futuro e questo contro ogni logica, senza voler cogliere quei segnali molto evidenti che erano lì a dimostrare ormai da parecchio tempo come non ci fossero più le condizioni per il mantenimento dellaviazione di linea in Ticino.
Personalmente sono molto contenta che LASA abbia le risorse finanziarie necessarie per una transizione che sappia garantire i salari ai propri dipendenti fino alla fine di maggio e per pagare il dovuto ai propri fornitori. Ma non basta!
Restiamo infatti profondamente preoccupati per il futuro dei lavoratori di LASA anche dopo la fine di maggio. Labbiamo scritto nel rapporto di minoranza redatto contro laumento della partecipazione finanziaria del Cantone a LASA qualche mese fa, lo ribadiamo adesso: è un dovere per i due azionisti garantire per tutti i dipendenti di LASA una soluzione lavorativa soddisfacente. Come socialisti, quando ci troviamo di fronte alla cancellazione di posti di lavoro, lo chiediamo sempre con forza ai privati; e come socialisti lo esigiamo dallente pubblico!
Anna Biscossa, apparso sul Corriere del Ticino in data 24 aprile 2020