L’arrivo del generale Roberto Vannacci a Mendrisio è un insulto ai valori più profondi della nostra comunità. L’Udc e l’Associazione ‘Il mondo al contrario’ vogliono trasformare la città in un palcoscenico per chi diffonde odio, disprezzo e teorie razziste travestite da opinioni scomode. Noi diciamo no.
Con fermezza, senza tentennamenti. Vannacci non porta idee: porta divisione. Porta un messaggio che attacca minoranze, donne, migranti e chiunque non rientri nel suo mondo chiuso e gerarchico. Porta un linguaggio che la storia europea ha già condannato, ma che qualcuno tenta di riproporre come fosse un esercizio di libertà. Non lo è. È propaganda tossica.
C’è di più. L’invito a Vannacci tradisce i principi di neutralità svizzera tanto sbandierati dalla destra. Non c’è neutralità quando si apre la porta a chi riscrive la storia per riabilitare fascisti e dittatori, a chi giustifica autoritarismi passati come modelli di ordine. La Svizzera che ha resistito ai totalitarismi merita rispetto, non un ospite che li ripulisce e li normalizza. Mendrisio è terra di lavoro, accoglienza e dignità. Non è terreno fertile per chi soffia sul fuoco della paura per costruire carriere politiche. Non è la tribuna di chi divide la società tra “normali” e “deviati”, tra “noi” e “loro”. Questo non è coraggio: è vigliaccheria mascherata da verità. La libertà di parola non obbliga nessuno a offrire un microfono all’odio.
E noi abbiamo il dovere morale di respingere chi usa il proprio ruolo per umiliare altri esseri umani. Per questo diciamo no alla presenza di Vannacci a Mendrisio. Perché ci sono momenti in cui occorre scegliere da che parte stare.
E noi scegliamo il lato giusto della storia: quello della democrazia, dell’uguaglianza e dei diritti umani. Mendrisio non si farà trascinare nel fango dell’intolleranza. Né ora, né mai.
Articolo di Marco D’Erchie, presidente Ps Mendrisiotto e Basso Ceresio, La Regione l’11 dicembre