di Ivo Durisch
Capogruppo PS in Gran Consiglio
I costi per le cliniche private sono aumentati ed è anche questo uno dei motivi con i quali il governo giustifica la manovra di risparmio. È vero, i 122 milioni che il Cantone versa alle cliniche private sono una somma più importante del previsto. Però, per compensare questi costi, non si possono tagliare 11 milioni nella socialità, ovvero 6 in politica familiare e 5 nei sussidi cassa malati. Il paradosso è che la popolazione più fragile subisce pesantemente, a causa dell’incremento della spesa sanitaria, sia l’aumento dei premi che la riduzione dei sussidi cassa malati. Insomma una doppia beffa.
È importante ricordare che il Cantone dal 2000 al 2015 ha diminuito da 147 milioni a 142 milioni il suo contributo lordo per i sussidi ordinari di cassa malati. E questo nonostante un aumento del 60% del premio medio di cassa malati e un incremento della popolazione residente del 13 per cento. Se nel 2000 il sussidio annuo di cassa malati per i beneficiari era in media di 2’261 franchi all’anno, oggi è di 1’697. E questo mentre il potere d’acquisto del ceto medio, soprattutto quello più basso, è stato eroso.
Parallelamente per questa fascia di popolazione è anche aumentata la precarizzazione lavorativa. Del resto che una parte sempre più importante della popolazione faccia fatica a pagare i premi di cassa malati lo vediamo dall’esplosione dei morosi, a cui comunque deve far fronte il governo. Questi contributi versati dal Cantone sono raddoppiati dal 2014 al 2015, passando da 6 milioni a 12 milioni; un importo che nel preconsuntivo 2016 sale a ben 16,5 milioni. Si tratta di un aumento del 175% in soli tre anni.
Se la volontà è quella di arrestare veramente questo circolo vizioso della sanità ticinese, lo strumento principe che il governo può utilizzare per ridurre i costi è la pianificazione ospedaliera. Ma in questo senso s’è fatto ben poco. Anzi, non solo non si è cercato di ridurre la dispersione dei mandati (soprattutto nel Luganese), ma a livello di legge (LCamal) si sono addirittura tolti i volumi massimi per gli ospedali cantonali e le cliniche private: strumento principe, questo, per controllare i costi ospedalieri, oltre alla già citata assegnazione dei mandati.
Anche per questi motivi non abbiamo potuto accettare la riduzione delle soglie d’intervento della Legge sull’armonizzazione e il coordinamento delle prestazioni sociali (Laps) votate dal Gran Consiglio nell’ambito della manovra di rientro finanziario, e abbiamo lanciato il referendum contro questa modifica di legge. Modifica di legge che comporta anche un taglio ai sussidi di cassa malati.