Niente materiale bellico svizzero nei paesi in guerra civile!

Per il Partito Socialista Svizzero è chiaro che la Svizzera non deve esportare materiale bellico in paesi in cui è in corso una guerra civile, né in paesi dove i diritti umani sono sistematicamente e seriamente violati. Per queste ragioni, il PS si batte contro il controprogetto indiretto alla cosiddetta «iniziativa di rettifica», che è troppo lacunoso. Non permetteremo che la destra serva gli interessi dell’industria bellica sfruttando queste scappatoie.

«Le eccezioni ai criteri di esportazione annullerebbero tutti gli sforzi dell’iniziativa», dice il consigliere agli Stati Carlo Sommaruga (GE). «Andremo avanti solo se tutte le disposizioni vaghe e poco chiare saranno eliminate dal controprogetto. È inaccettabile che il Consiglio federale permetta di nuovo l’esportazione di armi verso paesi come l’Ucraina o la Turchia grazie a degli stratagemmi legali.»

Il PS continua a sostenere pienamente l’iniziativa di rettifica, che esige che il materiale bellico svizzero non possa essere esportato in paesi coinvolti in guerre o che violano sistematicamente i diritti umani. «La popolazione è molto sensibile alla questione delle esportazioni di armi svizzere», spiega Carlo Sommaruga. «Come noi, per le cittadine e i cittadini è assolutamente incomprensibile che del materiale bellico svizzero possa essere esportato in paesi dove infuria una guerra civile o in nazioni che violano sistematicamente i diritti umani.»

Comunicato stampa del PSS del 13 settembre

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