Mille franchi per pochi

Ci ho pensato a lungo. Il titolo e le prime argomentazioni dei promotori mi sembravano interessanti: dare un sollievo finanziario alle famiglie. Infine però voterò un convinto no alla modifica della legge federale sull’imposta federale diretta. E questo per un semplice motivo di equità.

Vogliamo dare una mano alle famiglie? Bene, sarebbe una bella cosa. Ci sono molte famiglie che sono davvero in difficoltà economica. I costi per i figli (e non solo) sono sempre maggiori e sempre più genitori fanno veramente fatica a far quadrare i conti. Ma con la proposta in votazione il 27 settembre solo una parte di popolazione ne potrebbe trarre benefici. E non chi ne avrebbe più bisogno.

Perché si è fatta questa scelta? Perché si è scelto un modello dove una famiglia con un reddito annuo lordo di 300.000 franchi beneficerebbe di uno sgravio di quasi 1.000 franchi all’anno, una con un reddito di 180.000 franchi di circa 500 franchi e una con un reddito sotto i 120.000 franchi non beneficerebbe praticamente di nulla?

I soldi hanno lo stesso valore per tutti. Anzi, sono ancora più importanti per chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese. Servono per comperare il passeggino, la nuova cameretta della figlia che cresce, il cellulare del figlio adolescente, l’abbonamento del treno per andare alla scuola superiore. Ma semplicemente anche per pagare le franchigie e le partecipazioni della cassa malati, l’affitto, l’assicurazione dell’auto familiare.

Tutte cose che le famiglie con dei buoni redditi fortunatamente non hanno troppi problemi ad assicurare ai propri figli. Quindi no, questa proposta non è equa. Aiuti alle famiglie sì, ma a tutte però. Non serve oggi, con le incertezze per le casse dello Stato esasperate dalla crisi generata dal coronavirus, un regalo esclusivo alle famiglie più benestanti.

Articolo di Danilo Forini, apparso sul Corriere del Ticino il 16 settembre

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