Luxury Goods International al centro di uno scandalo di evasione fiscale internazionale: quali ripercussioni per il Ticino?

A nome del Gruppo socialista in Gran Consiglio, il Capogruppo Ivo Durisch ha inoltrato un’interrogazione con cui chiede lumi al Consiglio di Stato riguardo alle recenti notizie che mettono in causa la Luxury Goods International – una filiale della multinazionale Kering, proprietaria della marca Gucci – in una vasta inchiesta per evasione fiscale.

Non è la prima volta che la Luxury Goods International finisce sui giornali. Nel settembre 2014 il sindacato Unia aveva denunciato l’estrema precarizzazione del lavoro nelle sue centrali e salari troppo bassi per vivere in Ticino. I dipendenti infatti erano assunti a tempo parziale, ma dovevano essere disponibili in tempi brevissimi: i turni di lavoro e la sede nella quale avrebbero dovuto presentarsi venivano loro annunciati per sms solo la sera prima. Le retribuzioni, a dipendenza del grado di occupazione, variavano dai 2300 ai 2700 franchi, cifre che non permettono a nessun residente di arrivare pagare le fatture alla fine del mese.

Come dimostrato da più inchieste (“La ‘Fashion Valley’ tessinoise”, “Industrie européenne de la chaussure”, “Moda made in Ticino: poche tasse, tanti utili”), oltre che su condizioni di lavoro inaccettabili, gli importanti redditi delle aziende dell’alta moda stabilite in Ticino poggiano su un sistema opaco che permette di fatturare nel nostro Cantone per delle attività commerciali che avvengono all’estero appoggiandosi su un sistema in cui il segreto e le agevolazioni fiscali impediscono la trasparenza favorendo l’adozione di modalità volte all’evasione fiscale.

Ora l’impresa di logistica –  che dispone di tre sedi in Ticino, fra cui un immenso deposito a Sant’Antonino, grande come tre campi da calcio –  è finita in prima pagina sui media internazionali perché sospettata di essere al centro di un vasto sistema di frode fiscale.

Le prime avvisaglie erano giunte in dicembre quando i giornali italiani avevano pubblicato la notizia di una perquisizione da parte del nucleo di polizia tributaria negli uffici italiani della Gucci a Milano. Già allora si era parlato di sospetti di evasione fiscale in Svizzera, e più precisamente in Ticino.

Pochi giorni fa lo scandalo si è allargato ed ha avuto eco su molti media europei: la multinazionale francese Kering, che gestisce molti marchi del lusso fra cui Gucci, avrebbe sottratto al fisco 2,5 miliardi di euro a partire dal 2002 servendosi proprio del centro logistico sito in Ticino. La cifra è stata confermata anche dal ministro dell’economia francese. Di questi, 1.3 miliardi sarebbero stati evasi direttamente dal marchio Gucci che per anni avrebbe dichiarato al fisco attività eseguite in Svizzera, ma in realtà condotte in Italia. Si parla anche di 20 top manager del gruppo che ufficialmente erano impiegati nella sede ticinese, ma lavorano in Italia.

È evidente che un simile “pubblicità” per il Ticino avrà ripercussioni negative per l’immagine del cantone a livello internazionale. Tanto più che la Svizzera ha aderito al programma contro l’erosione della base fiscale dall’OCSE e si è impegnata a combattere queste pratiche. Le autorità fiscali di altri paesi sono sempre meno propense ad accettare che importanti risorse vengano sottratte all’erario con l’aiuto di altre nazioni. Le relazioni con l’Italia già risultano difficoltose e i negoziati per il nuovo accordo sulla tassazione dei frontalieri si sono arenati, un simile scandalo non farà che inasprire le tensioni.

 

Alla luce di questi gravi fatti, l’interrogazione chiede al Consiglio di Stato:

  • Era al corrente il Consiglio di Stato di queste inchieste per evasione fiscale avviate dalle autorità francesi e italiane?
  • Quali sono le ragioni di queste inchieste?
  • Qual è lo statuto fiscale della Luxury Goods International?
  • I 20 manager di cui parla la stampa sono residenti in Ticino?
  • Ci sono state altre ditte, in particolare del settore della moda, che in passato che hanno avuto problemi simili con il fisco del loro paese e deciso di lasciare il Ticino? Pensiamo in particolare ad Armani
  • Che sappia il Consiglio Stato ci sono altre imprese oggi con inchieste avviate per evasione fiscale da parte del fisco del loro paese?
  • Come valuta il Consiglio di Stato queste pratiche e che cosa intende fare per evitare che si ripetano in futuro?
  • Come valuta il Consiglio di Stato le ripercussioni di questo scandalo sui rapporti con l’Italia?
  • Il Consiglio di Stato condivide le finalità del programma contro l’erosione della base fiscale dall’OCSE (Base Erosion and Profit Shifting)?
  • Come valuta il Consiglio di Stato il settore del Lusso alla luce del programma contro l’erosione della base e quali pensa siano le ripercussioni sull’introito fiscale del settore in Ticino?

 

 

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