L’inverno non l’ha mai mangiato il lupo

Mentre i miliardari della Silicon Valley stanno costruendo lussuosi bunker personali per fronteggiare future minacce quali rivolte sociali, conseguenze del surriscaldamento climatico e catastrofi nucleari, le democrazie avanzate fanno ben poco per scongiurarle. Povertà, migrazioni e cambiamenti climatici sono strettamente legati, come ci ricorda il direttore di ‘la Repubblica’ Maurizio Molinari nel suo editoriale del 30 agosto. Sono strettamente legati perché hanno la medesima causa, l’avarizia umana nelle sue varie forme sostenuta dal malgoverno che colpisce innanzitutto le fasce meno fortunate e più fragili della popolazione.

Lo vediamo già oggi in Ticino, se pensiamo per esempio a chi è colpito maggiormente dall’aumento degli affitti, dei premi cassa malati e del costo dell’energia. Lo vediamo già oggi in Ticino se pensiamo alle conseguenze del caldo sugli anziani o alle conseguenze sulla salute della povertà e dell’esclusione.

Purtroppo l’aumento delle disuguaglianze, e con esso della povertà, ha contribuito anche a erodere la fiducia nelle istituzioni. Sempre più persone rinunciano a esercitare il loro diritto di scegliere chi, a loro avviso, potrebbe rappresentarle meglio nel fronteggiare le grandi sfide di questi difficili anni.

In Svizzera circa l’80% delle persone, stando a un sondaggio del portale online Watson del 6 settembre, è favorevole a una cassa malati unica, eppure poche sono le forze politiche alle Camere federali che realmente sostengono questa proposta.

Infatti la lobby delle casse malati, così come nel settore dell’energia la lobby del petrolio, riesce a influenzare il Parlamento favorendo l’aumento delle disuguaglianze e ritardando nuove politiche incisive da una parte per un equo, solidale finanziamento dell’assicurazione malattia e dall’altra per frenare il surriscaldamento climatico. Lobby che continuano con cieca ostinazione a difendere interessi particolari (i vizi privati) a scapito del bene comune.

E allora quando sento dichiarare da un consigliere federale ticinese che a Berna non bisogna lottare per il Ticino, ma per i liberali, quindi che non si deve lottare per risolvere i problemi della maggioranza della popolazione (ticinese o svizzera che sia) ma per il trionfo di una ideologia, ebbene allora mi chiedo come faremo insieme a creare le premesse per una politica che risponda concretamente ai veri bisogni della stragrande maggioranza della popolazione. Forse bisognerebbe tutti essere più responsabili e umili, dovremmo ricordarci un detto popolare diffuso nella vecchia Leventina, che recita: “L’inverno non l’ha mai mangiato il lupo”. Un detto che può servire come monito contro l’arroganza di chi pensa di affrontare i gravissimi problemi che interessano tutti – l’ambiente, la povertà, le migrazioni, l’ingiustizia e la rabbia che ne consegue (rappresentati dall’inverno) – privilegiando gli interessi e l’avidità di pochi (lupo: l’avarizia dell’Inferno di Dante). Un monito, quello della saggezza popolare, che ci chiede di sviluppare la consapevolezza necessaria per affrontare le nuove ardue sfide che attendono l’umanità del ventunesimo secolo, cercando la difficile, giusta conciliazione di interessi contrastanti: il bene comune.

Articolo di Ivo Durisch apparso su La Regione il 30 settembre

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