L’iniziativa sul cambio è passata. Ora tocca al Governo

Già non era rosea prima. Ma dopo l’abbandono del cambio fisso da parte della Banca Nazionale la situazione si è fatta drammatica. E non si può banalmente stare a guardare mentre le aziende soffrono e i posti di lavoro traballano. Per questo abbiamo presentato l’iniziativa parlamentare “Reagire alla decisione della Banca Nazionale”. Che il Gran Consiglio saggiamente ha accettato.

Ci sono le aziende buone: quelle che resistono alle difficoltà rinunciano a un po’ di utili e di bonus per i dirigenti difendono strenuamente i posti di lavoro e i salari. Poi ci sono le aziende cattive: quelle che senza tanti scrupoli al primo accenno di difficoltà lasciano a casa i dipendenti o tagliano i loro stipendi. Infine ci sono le aziende pessime: quelle che sono difficoltà perché sono state gestite male e usano la crisi economica e il cambio franco/euro come pretesto per far macelleria sociale.

Superfluo dire che le prime nel confronto con le seconde e le terze sono destinate a rimetterci: purtroppo nel libero mercato la virtù non paga. Ecco allora che l’intervento dello Stato diventa essenziale. La nostra iniziativa chiede proprio questo: un piano di sostegno per le aziende virtuose (e solo quelle!) in difficoltà degli incentivi a chi consuma in Ticino per aiutare il turismo degli investimenti strutturali nell’adilizia di Stato degli incentivi per chi assume i residenti.

Nulla di impossibile come ha spiegato il professor Sergio Rossi dell’università di Friborgo in un’audizione davanti alla Commissione della gestione e delle finanze quando ha presentato alcune possibilità di intervento.

Adesso tocca al Governo anzitutto spiegare che cosa intende fare e poi farlo. E senza stare a tergiversare. Ché il Paese non può più attendere.

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