L’iniziativa «Per una Posta forte» è stata depositata – Ora il Consiglio nazionale deve abbandonare definitivamente la liberalizzazione totale del mercato postale

l’iniziativa popolare federale «Per una Posta forte» è stata depositata giovedì mattina il 2 settembre alla Cancelleria federale corredata delle 110’901 firme autenticate. Raccolte in appena cinque mesi queste firme dimostrano l’antusiasmo popolare per i fini dell’iniziativa stessa. Il Consiglio nazionale dovrà tenerne conto quando si occuperà della revisione della legislazione postale durante la prossima sessione autunnale.
«La popolazione svizzera non vuole una liberalizzazione totale del mercato postale. La popolazione svizzera non vuole l’attuale smantellamento della rete degli uffici postali. La popolazione svizzera vuole invece una Posta presente su tutto il territorio nazionale concentrata sullo sviluppo di nuovi servizi piuttosto che sul peggioramento dei servizi attuali!» Questo è il messaggio che Alain Carrupt il presidente del Sindacato della Comunicazione ha rivolto al Consiglio nazionale al momento di depositare ufficialmente l’iniziativa «Per una Posta forte» giovedì mattina 2 settembre a Berna.
Durante la sessione autunnale che inizia il prossimo 13 settembre il Consiglio nazionale discuterà difatti del progetto di revisione della legislazione postale. Se è vero che certi miglioramenti importanti sono stati acquisiti in commissione è vero pure che restano ancora molti punti da correggere per far sì che il progetto risulti accettabile agli occhi del Sindacato della Comunicazione e dei suoi partner del comitato d’iniziativa: l’unione sindacale svizzera e il Partito socialista.
Il Consiglio nazionale deve rinunciare alla liberalizzazione totale
Forte del sostegno popolare espresso mediante queste 110’901 firme raccolte nel tempo record di cinque mesi gli iniziatori si aspettano anzitutto che il Consiglio nazionale confermi la decisione della commissione vale a dire che rinunci alla liberalizzazione totale del mercato postale. La conservazione di un monopolio residuo sulla corrispondenza fino a 50 g è il mezzo più semplice e più sicuro per finanziare il servizio universale. Tutti gli esempi di liberalizzazione totale si sono tradotti infatti in una riduzione delle prestazioni e in un aumento dei prezzi per la stragrande maggioranza dei clienti (clientela individuale e PMI). Se il Consiglio nazionale dovrà reintrodurre nel progetto di legge il principio di una liberalizzazione totale il Sindacato della Comunicazione lancerà immediatamente il referendum senza aspettare la votazione sulla sua iniziativa.
La Posta deve restare per il 100% di proprietà della Confederazione
Le istituzioni che hanno raccolto le firme si aspettano inoltre dal Consiglio nazionale che corregga il progetto di legge sui punti seguenti:
La rete postale copre tutto il territorio nazionale e deve essere costituito di uffici postali al fine di garantire a tutta la popolazione la totalità delle prestazioni postali e a livelli qualitativi molto alti. Questa rete di uffici postali può essere completata in modo sussidiario da alcune agenzie agenzie che però non devono essere considerate come dei punti di accesso che equivalgono a degli uffici postali.
La concorrenza sul mercato postale non deve avvenire a spese del personale. Tutti gli attori del settore devono essere obbligati a stipulare un contratto collettivo di lavoro. Per la Posta Svizzera azienda di proprietà della Confederazione l’obbligo deve essere esteso alla stipulazione di un CCL del genere.
Nell’ambito della legge sull’organizzazione delle poste (LOP) le istituzioni di cui sopra si attendono che il Consiglio nazionale stabilisca che la Posta resti per il 100% nelle mani della Confederazione. Anche Postfinance deve restare per il 100% nelle mani della Posta.
Per quanto riguarda la creazione di una banca postale gli iniziatori sono consapevoli del fatto che essa ha poche speranze di riunire intorno a sé una maggioranza in un Parlamento la cui maggioranza è al soldo delle grandi banche. In funzione del risultato dei dibattiti parlamentari sugli altri punti citati sopra il dibattito sulla banca postale potrà comunque venir ripresentato al popolo attraverso l’iniziativa «Per una Posta forte».

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