La notizia del licenziamento collettivo di una trentina di collaboratori della Croce Rossa Sottoceneri, a seguito dei tagli di 4 milioni previsti nel Preventivo 2026, non può lasciarci indifferenti. Non si tratta solo di posti di lavoro persi, ma di una riduzione drastica della qualità dell’accompagnamento educativo e sociale rivolto a minori non accompagnati e giovani adulti.
Parliamo di personale qualificato a supporto dei progetti di vita di ragazze e ragazzi che hanno già vissuto sofferenze, violenze, fughe e viaggi estenuanti per arrivare fino a noi. A loro il nostro Cantone dovrebbe garantire sostegno, protezione, occasioni di crescita e integrazione. Invece, i tagli al settore dell’asilo si tradurranno in un rapporto educatore/minori che passerà da 1 a 4 a 1 a 13: una presa a carico impoverita, che rischia di ridurre a semplice sorveglianza ciò che dovrebbe essere un percorso di cura, accompagnamento e inclusione.
È inaccettabile. In un momento storico in cui le fragilità sociali crescono, ridurre il personale significa colpire due volte: si penalizzano lavoratrici e lavoratori qualificati e si scaricano i costi umani sui più vulnerabili. Al contrario, ci sarebbe bisogno di più risorse, di più educatori, di più relazioni che possano aiutare questi giovani a costruire un futuro dignitoso.
La Croce Rossa, con professionalità e dedizione, ha garantito in questi anni un servizio essenziale, pur tra mille difficoltà. Ora il rischio è che tutto venga messo in discussione da logiche contabili miopi, che guardano ai bilanci e non alle persone.
Un Cantone che taglia sull’accoglienza dei più fragili tradisce i propri valori di solidarietà e giustizia sociale. Non servono risparmi sulla pelle di chi ha già sofferto abbastanza, servono coraggio politico e investimenti per un’integrazione vera.
articolo di Marco D’Erchie, Direzione PS, apparso il 15 ottobre 2025 sul Corriere del Ticino.
