Bambini e ragazzi poveri in Ticino? Mi domando francamente come sia possibile che questo tema susciti così poca attenzione da parte dell’opinione pubblica e che non desti alcuno slancio propositivo e ideale da parte della politica cantonale.
Infatti nella prossima seduta del Parlamento ticinese ci sarà una discussione sul tema della povertà di bambini e ragazzi in Ticino, che sta passando in sordina. Eppure sono ben 1’300 le famiglie con minorenni nella povertà: si tratta in particolare di famiglie monoparentali con un figlio tra i 4 anni e i 15 anni.
La povertà che colpisce i minori ha effetti negativi sul lungo periodo, in quanto pone i bambini e i giovani in situazione di difficoltà nell’ambito della salute, nella sfera sociale (accesso allo sport e alla cultura, scarso riconoscimento sociale ecc.) e nel contesto scolastico/formativo – come ricordano Caritas (“Vaincre la pauvreté des enfants en Suisse”) e Humanrights.ch (essa richiama la piena concretizzazione dell’art. 6 cpv. 2 della Convenzione ONU sui diritti del fanciullo). I genitori in difficoltà finanziarie soffrono pure molto a fronte dei loro figli per le rinunce e le restrizioni che devono imporre – sottolinea Pro Juventute (“Pauvre dans un pays riche”).
Occorrerebbe quindi spezzare la catena della povertà, ma per la maggioranza della Commissione della sanità e della sicurezza sociale e per il Governo non ci sono soldi: essi propongono quindi al Parlamento ticinese di respingere l’iniziativa parlamentare, che consentirebbe a 1’300 famiglie con figli minorenni di uscire dalla povertà.
Essi preferiscono mandare in assistenza 1’300 famiglie con figli minorenni, perché questa soluzione costa 10 milioni di franchi di meno.
Essi si rifiutano di parificare gli assegni familiari integrativi agli assegni di prima infanzia, perché il maggior costo è di 5 milioni di franchi annui.
Stiamo quindi parlando in totale di 15 milioni di franchi all’anno: su un totale di 4’173 milioni di franchi di spesa cantonale (consuntivo 2022) fa lo 0,36%.
Togliere tutti i bambini e ragazzi dalla povertà significa offrire loro prospettive di crescita e vita normali: è un investimento sui nostri giovani per un futuro migliore. Ma purtroppo la maggioranza della politica ticinese non vede più queste realtà: abbagliata da una visione finanziaria neoliberista, preferisce mettere le sue energie nelle solite polemiche, per far dimenticare i problemi più importanti del Cantone.
Articolo di Raoul Ghisletta, municipale di Lugano apparso su laRegione il 3 novembre