Purtroppo i recenti fatti delle tre aziende del Mendrisiotto che, grazie all’autoproclamatosi sindacato vicino alla Lega “Tisin”, si rifiutano di pagare finalmente un salario minimo giusto ai propri dipendenti sono unicamente la punta dell’iceberg. La precarietà lavorativa e il dumping salariale sono diffusi nel nostro Cantone – occorre agire! Ecco perché il Partito Socialista ha deciso di lanciare un’iniziativa popolare per fissare un salario minimo davvero dignitoso e abolire le lacune giuridiche esistenti della legge attuale.
Nel 2019, dopo anni di dibattiti, il Gran Consiglio ticinese ha finalmente approvato la Legge sul salario minimo, concretizzando così il volere popolare espresso nel voto sull’iniziativa “Salviamo il lavoro in Ticino” nel lontano 2015. Entro fine di quest’anno la Legge dovrebbe finalmente entrare in Ticino e garantire così una boccata d’ossigeno ai numerosi lavoratrici e lavoratori in difficoltà.
Pur avendo approvato la Legge quale unico possibile compromesso parlamentare, il Partito Socialista ha sempre criticato che l’ammontare del salario minimo fissato in una prima fase tra i 19 e 19,50 franchi all’ora in base al settore – in quanto insufficiente per vivere senza aiuti statali nel nostro Cantone. Un altro punto problematico, purtroppo già presente nel testo iniziale delliniziativa, è la deroga dal salario minimo per i settori in cui è in vigore un contratto collettivo di lavoro. Una lacuna subito sfruttata dall’autodichiaratosi sindacato “Tisin”, gestito dai leghisti Boris Bignasca e Sabrina Aldi, che hanno promosso dei contratti collettivi di lavoro farlocchi per permettere paghe indecenti. La Lega ancora una volta getta la maschera e sostiene i datori di lavori scorretti che pensano solo a massimizzare il proprio profitto sfruttando i lavoratori e alle lavoratrici in barba a prima di nostri e la dignità di chi lavora. Non una sorpresa, ripensando per esempio a quanto successo con il loro candidato agli Stati nel 2019, Battista Ghiggia, che assumeva segretarie frontaliere.
Di fronte a questo ennesimo schiaffo ai lavoratori e alle lavoratrici sfruttati, il Partito Socialista ha deciso di lanciare un’iniziativa popolare per fissare il salario minimo a una soglia che permetta di vivere con dignità, orientandosi ai fabbisogni decretati dalla LAPS e dalle prestazioni complementari AVS / AI, e per abolire le eccezioni previste per settori in cui è in vigore un contratto collettivo di lavoro. Nelle prossime settimane il Partito Socialista elaborerà il testo concreto delliniziativa e cercherà di costruire con i sindacati e gli altri partiti di sinistra un’ampia alleanza a favore di questa iniziativa. Il lancio è previsto per la fine del mese di ottobre.
Per il Partito Socialista Ticino
Fabrizio Sirica e Laura Riget, copresidenza PS Ticino
Ivo Durisch, capogruppo in Gran Consiglio