La coesione sociale è importante

Il dialogo è fondamentale. Etica e morale sono ingredienti indispensabili del patto sociale. A volte con il cambiamento delle strutture dirigenziali delle imprese, sono venute a mancare. Le società con consigli d’amministrazione e azionisti in cerca del massimo profitto non hanno aiutato. Chi mette i capitali si preoccupa solo dei bilanci. La responsabilità dei fallimenti si attribuisce a qualche manager strapagato che, se allontanato, se ne va con una lauta liquidazione in tasca. Una pace sociale fa bene a tutte le parti. Per favorirla servono buone condizioni di lavoro, fondate sul rispetto reciproco, e una retribuzione adeguata che permetta di vivere senza dover dipendere da aiuti sociali. Il salario minimo obbligatorio è il primo passo che va fatto, premiando le imprese e le società che lo introducono. Diminuirebbero le prestazioni sociali oggi necessariamente erogate e si potrebbero impiegare le risorse per uno sviluppo sostenibile del nostro Cantone. Ripensando il sistema sanitario, la politica ambientale e sociale. Vanno create opportunità per i giovani e promosso un modo di vivere che favorisca la qualità di vita di tutti. Il profitto non deve essere l’unica giustificazione per tutto. La politica deve ritornare a prendere decisioni per le persone e non prediligere soluzioni proposte da lobby economiche che mirano solo ai profitti di pochi. La sostenibilità economica delle proposte non deve essere la sola condizione per la fattibilità e le soluzioni vanno ricercate, attraverso un dialogo costruttivo tra mondo politico ed economia. Il giusto risultato è raggiunto se si mantengono degli equilibri. Per ottenere soluzioni eque, tutti devono fare la loro parte, a volte anche accettando qualche rinuncia. Va intuito quando le risorse finanziarie utilizzate non sono spese, ma investimenti per il futuro. L’erosione del potere d’acquisto di un’ampia fascia della popolazione avrà effetto sulla politica e sull’economia. Se a fine mese i conti devono quadrare, si effettueranno solo acquisti necessari, magari oltre confine, e l’aumento del costo del denaro dovuto all’incremento dei tassi d’interesse, farà rinunciare ad accendere ipoteche per l’acquisto di casa o appartamento. I minori investimenti influenzeranno i guadagni delle aziende attive in tutti i settori. Siamo nostro malgrado complici di un sistema economico che ha messo il denaro al centro di tutto. Ammesso e non concesso che questo abbia senso, può funzionare se si raggiunge un equilibrio favorendo la ridistribuzione di parte dei profitti generati, altrimenti veramente la coesione sociale verrà meno. Comunque la crescita non sarà infinita e le risorse non sono tutte rinnovabili. Forse saremo costretti a ripensare il modo di vivere. Chissà. Sono fiduciosa nell’elettorato ticinese che saprà riconoscere chi sta andando nella direzione giusta, mettendo al centro le persone e l’ambiente in cui viviamo.

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