Morire sulla strada è divenuto in Ticino un fatto non più molto raro: durante gli ultimi mesi abbiamo assistito a un’ecatombe di persone innocenti la cui sola colpa era di muoversi a piedi in un contesto urbano che sembra avere dimenticato che nasciamo con due gambe e non con quattro ruote. È con rabbia che scriviamo queste righe: da troppi anni gli utenti più deboli della strada sono stati dimenticati e ora si raccolgono i frutti di una politica che non ha saputo tenere in debito conto la loro fragilità e vulnerabilità. L’ATA Associazione traffico e ambiente Sezione della Svizzera italiana è stufa dell’inattività delle autorità.
La scorsa primavera il Dipartimento delle istituzioni preoccupato per la situazione ha indetto una mattinata di studio coinvolgendo diverse persone attive nell’ambito della sicurezza stradale. Il DI aveva esposto i risultati dell’analisi sugli incidenti occorsi sull’arco del biennio: aveva per lo più fornito le stesse indicazioni che da anni l’upi descrive nei propri rapporti. Ma quello che particolarmente ci aveva colpito era l’indicazione secondo la quale negli incidenti in cui sono coinvolti dei pedoni solo in 1 caso su 10 la colpa è del pedone che ha avuto un comportamento non idoneo alla situazione. 9 volte su 10 è l’automobilista che sbaglia che spesso dice di non aver nemmeno visto il pedone. Da qui la necessità di agire soprattutto come propone anche l’upi sull’arredo urbano per fare in modo che l’automobilista veda che sulla strada ci sono anche i pedoni e mantenga una velocità adeguata. È risaputo che misure tecniche come ad esempio isole e restringimenti in corrispondenza dei passaggi pedonali rallentano la velocità ed aumentano l’angolo visivo al conducente.
Malgrado sia passato un anno da quando i due Dipartimenti interessati avevano promesso di affrontare di petto il problema niente si è veramente mosso. Allora ci ritorna in mente l’intervento del funzionario del Dipartimento del territorio preposto alla segnaletica stradale – e quindi anche ai passaggi pedonali – che proprio alla mattinata di studio menzionata in precedenza aveva invitato tutti a mantenere comunque una certa oggettività perché se era vero che c’erano stati alcuni incidenti mortali la situazione non era poi così grave come i soliti ecologisti volevano fare credere. Lo stesso funzionario che negli anni precedenti aveva fatto cancellare verosimilmente col beneplacito del capo Dipartimento tutta una serie di passaggi pedonali definiti non sicuri e ne aveva anche fatti pitturare alcuni di rosso così che i pedoni non avevano più capito cosa si dovesse fare su queste strisce rosse. Questo a suo dire per seguire le indicazioni dell’upi che aveva appunto fatto notare come i passaggi pedonali insicuri siano molto pericolosi ma senza leggere fino in fondo i rapporti dell’upi. Questi ultimi dicono anche di mettere in sicurezza tali passaggi pedonali: cancellarli è stato troppo facile e sicuramente più a buon mercato. Intanto a forza di pasticci e inedia di funzionari e politici i pedoni continuano a morire.
Per questo noi crediamo che sia ora di voltare pagina: i politici si assumano le proprie responsabilità e si avvalgano di esperti e funzionari validi che abbiano cognizione di causa e che finalmente mettano in cantiere quelle misure che hanno già dato buona prova di sé a nord delle Alpi e in molti paesi per garantire un’adeguata sicurezza anche ai pedoni del Canton Ticino.