Intervento di Pelin Kandemir Bordoli al Pride 2018

Pelin Kandemir Bordoli è intervenuta quale Presidente del Gran Consiglio in carica all’edizione del Pride 2018, tenutosi a Lugano domenica scorsa. Nel suo intervento, Pelin Kandemir Bordoli ha evidenziato la necessità e l’attualità della lotta per la parità e di diritti e la libertà di tutte e tutti.

Il Pride di Lugano è stata una prima importante per la Svizzera italiana, necessaria per portare anche nella nostra regione la voce che evidenzia la necessità di combattere i pregiudizi e le visioni che limitano la libertà e i diritti altrui.

Il Pride – ha detto Pelin Kandemir Bordoli – è una lotta in questo senso. Una lotta affinché i diritti di tutte e tutti noi, senza distinzione e senza pregiudizi anche per quanto riguarda l’orientamento sessuale, siano finalmente e una volta per tutte riconosciuti.

 

L’intervento di Pelin Kandemir Bordoli, Presidente del Gran Consiglio

Gay Pride, sabato 3 giugno 2018, Lugano

Come presidente del Gran Consiglio ticinese, sono particolarmente felice di rappresentare le cittadine e i cittadini del cantone Ticino in questa occasione speciale, perché si tratta di una prima storica per la Svizzera italiana e lo sono un po’ anche per ragioni personali, da anni sono attiva nel Comitato di Zonaprotetta (come lo è stato anche in passato il nostro ministro degli esteri Ignazio Cassis), l’associazione che fino a qualche anno fa si chiamava Aiuto Aids Ticino e che oggi è tra i promotori attivi di questo Pride.

La lotta per i diritti è una lotta per la libertà di tutte e di tutti e non solo per fortuna dei più forti, ma anche di coloro che se non protetti e tutelati rischiano di essere schiacciati dall’ignoranza, dalla prevaricazione, dagli stereotipi. Lottare per i diritti e la libertà a volte necessita di andare contro il comune pensare, se il comune pensare ancora non ha abbastanza informazioni e strumenti per vincere i pregiudizi. Se non combattuti gli stereotipi ci schiacciano; lo so come persona nata fuori dalla Svizzera e dal Ticino che il pregiudizio è un modello e un paradigma che va smontato pezzo per pezzo, con la cultura, l’educazione, l’intelligenza, la capacità critica e qualche volta, come oggi in questa bella occasione, con forme di lotta pacifica, colta e anche ironica.

Il Pride è sicuramente una lotta. Oso e voglio sperare che oggi sia una lotta vicina alla vittoria. L’istituzione che ho l’onore di rappresentare credo riconosca l’importanza della valorizzazione dei diritti delle minoranze. Il Governo ticinese dal canto suo ha patrocinato la manifestazione così come la città di Lugano e sappiamo che anche altre città ticinesi hanno guardato con simpatia la possibilità di accogliere il pride sul loro territorio. Tutto ciò mi fa dire che i valori di libertà della diversità promossi dal Pride siano oramai nel DNA delle vere democrazie e perlomeno quelle che cercano di esserle in modo pienamente autentico. Certo non può bastare il politicamente corretto a dirci solo superficialmente che tutto è risolto. Se tutto fosse risolto non ci sarebbe bisogno di un Pride.

È indubbio che le discriminazioni esistano ancora, più sottili e striscianti se va bene, e brutali, rozze e ignoranti, se va male. Ammettiamolo, abbiamo ancora del lavoro da fare, non solo a livello sociale e collettivo, ma anche forse e soprattutto a livello individuale, sul posto di lavoro, in famiglia, nel nostro club sportivo, nel partito a cui apparteniamo e così via.

Spero che questo Pride sia un momento di gioia per tutte le persone LGBTI e per tutte e tutti i loro amici e simpatizzanti, spero che tutti i cittadini e tutte le cittadine della Svizzera italiana e i nostri confederati possano trarne beneficio, così come gli stranieri che sono venuti oggi a esprimere la loro solidarietà, comprese quelle persone che sono qui per semplice curiosità. Può essere e per molti lo è, questo il primo passo sulla strada della volontà di capire l’altro che non è proprio uguale a me o a quello che ho creduto di sapere fino ad oggi.
In una prospettiva di democrazia sostanziale, significa fare un passo avanti sul fronte della tolleranza e della convivenza, ossia della vera e autentica civiltà.

Di tutto cuore auguro al Ticino, alla Svizzera e al resto del mondo di continuare a pensare a migliorare la società cercando di evitare le inutili sofferenze causate dall’ignoranza e dalla discriminazione.

Di questo processo evolutivo il Pride, con tutte le persone che vi partecipano e che lo guardano con simpatia, deve essere Orgoglioso.  Buona festa. Buon Pride!

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