Intervento di Saverio Lurati al Comitato cantonale dell’8 ottobre 2014

Ci risiamo! Alla vigilia della discussione parlamentare sul preventivo 2015 alcune forze politiche di peso cominciano a smarcarsi. Questa volta è il turno del partito liberale. Certo siamo già in campagna elettorale ma a fronte di un preventivo che per finire non accontenta nessuno ma che per senso del dovere pur con qualche mugugno quasi tutti erano pronti a sottoscrivere dal partito che pur avendo perso la maggioranza relativa in Governo si ritiene ancora il faro del Paese ci si poteva aspettare un minimo di coerenza in più.
Invece come un fulmine a ciel sereno accodandosi ad una vecchia proposta UDC ecco la richiesta di togliere dalle tasche di anziani malati cronici e persone in difficoltà una decina di milioni di franchi di sussidi di cassa malati. Ciò che porta il totale della sottrazione a circa 10 milioni. Ebbene noi non ci stiamo e se il parlamento dovesse decidere in tal senso un nuovo referendum sarebbe inevitabile.
Ma in questo cantone i colpi di scena non mancano di certo e sono talmente imprevedibili da costituire argomenti satirici più che iniziative degne di nota. Così abbiamo assistito all’auto assoluzione con una paginata sul giornale di famiglia di un membro del CdA dell’ante ospedaliero sulla vicenda riguardante l’ospedale di Locarno. Ma ormai lo sappiamo è sempre più facile vedere la pagliuzza negli occhi degli altri piuttosto che la trave nei propri. Ma quel che proprio non ci va giù argomento di stretta attualità è il voltafaccia della Camera di Commercio che senza giri di parole ha affermato di non voler fare donazioni al cantone in relazione ad Expo 2015.
Forse non avevamo sentito bene e ce ne scusiamo ma ci era parso di capire che la presenza ad Expo era un toccasana per la nostra economia e per questo le associazioni economiche diligentemente avrebbero fatto la loro parte. Quindi se abbiamo capito bene non si trattava di un gesto filantropico nei confronti dello Stato ma di un’operazione di marketing pro domo loro. Ma non è finita qui. C’è del peggio ora siamo al ricatto: o ci togliete dai piedi la tassa sui parcheggi o i soldi per Expo ve li sognate! Certo che se questa è la nuova (vecchia) classe dirigente anche la nostra tanto decantata democrazia qualche problema comincia ad evidenziarlo.
E questa stessa classe dirigente espressa in larga parte dall’ax partitone ha d’altronde già messo il veto all’adeguamento del prelievo a favore del fondo per la formazione professionale (quindi a favore dei nostri giovani). Un adeguamento dello 0.02% che inciderebbe nella misura di circa 80 centesimi al mese per ogni salariato a carico delle imprese e che a quest’ultime almeno a quelle che si fanno carico della formazione verrebbe poi restituito con tanto di interessi. Ma quasi certamente per loro è meglio togliere 30 o 40 franchi al mese dalle tasche dei beneficiari dei sussidi di cassa malati.
Pensavate fosse tutto? No perché anche sul palcoscenico nazionale assistiamo UDC e partito liberale a braccetto al sabotaggio della proposta minima presentata dal Consiglio federale che voleva portare a 30 anni il periodo di prescrizione per avanzare richieste di assistenza e risarcimento in caso di malattie professionali. Quelle malattie causate da sostanze o procedimenti di lavorazione che a volte insorgono ad anni di distanza. E così le vittime dell’amianto che ha arricchito alcuni gerarchi dell’aconomia svizzera dovranno continuare a morire senza avere il diritto di essere curati e correttamente risarciti i loro congiunti a carico della nostra Lainf.
Tutto ciò mentre spendiamo allegramente miliardi di franchi per foraggiare l’asercito dotandolo delle più sofisticate tecnologie di distruzione di massa. Un esercito sotto l’agida di un dipartimento che apprendiamo è il campione del mondo nell’arogazione di mandati di prestazione esterni e cioè di prebende per gli amici e gli amici degli amici che giova ricordarlo non sono solo UDC ma si spartiscono la torta nell’ambito delle associazioni economiche ivi comprese quelle legate al settore assicurativo.
Cosa dire poi della pianificazione finanziaria; un pacchetto che non soddisfa nessuno e che sarà chiaramente rinviato al mittente. Un pacchetto confezionato con criteri di spartizione che nulla hanno a che vedere con le esigenze di una popolazione che invecchia e che necessita di un approccio diversificato con l’avvento di nuove tecnologie meno invasive e con l’avoluzione della tecnica operatoria che necessita di specialisti di alto livello e di poli di eccellenza. Tutto ciò è stato messo in secondo piano per cercare di spostare dal pubblico al privato una serie di prestazioni evidentemente redditizie (il gruppo Génolier non è certo calato in Ticino per filantropia) che invece sarebbero dovute essere implementate al meglio dall’aoc. E con la spogliazione delle regioni periferiche di servizi indispensabili per garantire un minimo di qualità di vita anche a chi risiede nelle valli.
Già l’aoc che con una gestione discutibile del momento critico legato alle proposte pianificatorie in discussione ha favorito il disorientamento sia del personale medico sia di quello paramedico rendendosi responsabile di una politica comunicativa dissennata che ha incoraggiato l’insorgere di incomprensioni sfociate nella perdita di personalità mediche di primo piano. Dimissioni che oltre a creare perdita di credibilità in un ente che dovrà gestire il nuovo master in medicina aliena anche la possibilità ai ticinesi di poter disporre di poli di eccellenza in tutti i rami della medicina moderna. Non c’è che dire: un bel successo.
E veniamo al mondo del lavoro. La sostituzione di personale residente con personale esterno non accenna a diminuire. La disoccupazione dato di oggi è ancora in aumento e i dati ci dicono tra le altre cose che circa 1100 giovani con meno di 25 anni e oltre 1500 ultracinquantenni sono disoccupati. Che ci sono oltre 400 disoccupati nel settore sanitario e ve ne sono oltre 700 nel settore edile due settori che mi pare proprio non abbiano conosciuto in questi ultimi anni periodi di crisi. Cosa non funziona? Cosa stanno facendo gli URC per affrontare questi aspetti? E perché di fronte a questi numeri la proposta contenuta nel messaggio sulla revisione parziale della L-rilocc vuole decurtare di 2.5 milioni di franchi la posta a favore di interventi votati al ricollocamento delle persone?
Mistero! Sì perché a parole sono tutti paladini della difesa dei disoccupati e poi nei fatti niente si muove perché a furia di dare la colpa ai frontalieri tutti o quasi credono che il solo problema sia quello. l’unico dato positivo che abbiamo riscontrato ultimamente in questo ambito viene guarda guarda dal Decs che senza tanti clamori è riuscito a diminuire il collocamento di apprendisti frontalieri a favore dei residenti. Dicevamo senza clamori ma analizzando caso per caso le situazioni e incoraggiando l’assunzione di giovani usciti dalla scuola media desiderosi di iniziare una professione.
Un esempio virtuoso che dovrebbero seguire anche gli URC che però da solo non basta. E quindi il PS si farà promotore di una piattaforma non istituzionale che coinvolga i rappresentanti dell’aconomia (Ccia Aiti SSIC ABT …) i sindacati gli immobiliaristi e i media per cercare di indurre gli operatori economici ticinesi ad assumere la forza lavoro disponibile in loco se del caso riqualificando i postualnti e per provare a convincere i cittadini e le cittadine ticinesi oltre che gli investitori della necessità inderogabile di far capo all’offerta imprenditoriale locale invece di ricorrere sistematicamente a lavoratori distaccati e padroncini che oltre ad essere oggetto di sfruttamento non lasciano poi neanche un franco sul nostro territorio.
Un’impresa ardua ma d’altronde da qualche parte bisogna cominciare. E noi la cominceremo con la presentazione della lista dei candidati al CdS a questo Comitato cantonale. Una lista espressione delle diverse sensibilità presenti nel partito. Un gruppetto di persone che lavoreranno gomito a gomito fino ed oltre la scadenza elettorale di aprile per contribuire a portare il dibattito cantonale nei giusti binari. Binari che devono condurre il treno socialista a fermate intermedie importanti capaci di suscitare dibattito su temi quali: lavoro occupazione e formazione sanità e socialità territorio e ambiente energia e trasporti e al capolinea che vogliamo situare in maniera ideale quale confronto sulle idee in luogo di scontro tra le individualità.
Una sfida che potremo vincere solo attraverso un percorso di coerenza da tempo intrapreso e una partecipazione costante del pubblico dei cittadini e delle cittadine che saranno regolarmente sollecitati a contribuire al dibattito sui temi che stanno particolarmente a cuore a tutti coloro che si preoccupano del nostro avvenire di quello dei nostri figli e dei nostri nipoti in un cantone che per la fortuna di molti è al primo posto nazionale per la speranza di vita.

S. Lurati

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