Sembra che la Sezione della logistica (SL) e per essa lo Stato sia intenzionata ad appaltare ad alcune società di servizio (che per inciso retribuiscono i propri dipendenti con salari a volte addirittura inferiori a 3000 franchi mensili) una serie di mandati globali per la manutenzione (riscaldamenti ventilazioni chiavi/tessere fornitura nafta fornitura materiale di consumo per servizi igienici attrezzature audiovisive mobilio ecc.) e per la pulizia ordinaria/straordinaria di alcuni stabili di proprietà del Cantone.
Da quanto è dato sapere non si tratta più solo dell’esecuzione di lavori specialistici finora appaltati dalla SL alle varie ditte specializzate caso per caso ma della gestione globale degli interventi sugli immobili: quindi a tutti gli effetti si tratta di un subappalto.
A nostro avviso è un progetto preoccupante in quanto vedrebbe società di servizi private operare sicuramente a prezzi da dumping con la conseguenza di togliere lavori ad artigiani locali seri e con il rischio di esecuzioni approssimative e al risparmio dei lavori necessarial punto da portare a un peggioramento dello standard manutentivo. Gli interpellanti ritengono inoltre che con questo modo di procedere possano aprirsi degli spazi per un’ulteriore precarizzazione delle attività operative delle aziende un degrado delle condizioni di lavoro e una mancanza di prossimità tra le ditte e gli stabili su cui operare il che è contrario alla filosofia del chilometro 0.
Vi è infine un rischio evidente difficilmente controllabile di ritrovarci costantemente confrontati con padroncini lavoratori distaccati e/o aziende che non hanno nessuna preoccupazione in relazione all’assunzione di lavoratori residenti e di apprendisti.
A fronte di queste informazioni chiediamo al Consiglio di Stato:
Corrisponde al vero l’informazione su questo nuovo modo di procedere e se sì da quando quella che sembra una sperimentazione dovrebbe diventare effettiva?
A quali stabili è destinata la sperimentazione?
Chi controllerà la serietà delle ditte (artigiani) subappaltanti ossia la loro idoneità nei lavori svolti sugli immobili cantonali e la loro correttezza nel pagamento degli oneri fiscali e contributivi?
A seguito di questo nuovo modo di operare vi sarà una riduzione del personale cantonale addetto alla pulizia e alla manutenzione?
Ha valutato i rischi di deperimento del valore degli immobili cantonali a seguito dell’abbassamento degli standard qualitativi adottati da questo tipo di aziende?
Come si concilia la politica di appalto a privati con una gestione ecologica degli stabili cantonali?
In relazione a quest’ultimo aspetto aggiungiamo altri due quesiti che riguardano una situazione puntuale:
come intende agire il concretamente il CdS per porre fine alla pratica antiecologica in auge presso lo stabile cantonale di Via Luganetto a Lugano da parte della ditta privata di pulizia che obbliga le proprie dipendenti a raccogliere in uno stesso sacco della spazzatura i rifiuti precedentemente separati dagli impiegati cantonali (carta PET ecc) e a gettarli nei cassonetti della spazzatura per i rifiuti solidi urbani da bruciare?
Vi sono anche altre ditte private che hanno ricevuto appalti per la pulizia di immobili cantonali?
Se sì quali controlli sono stati predisposti per evitare che un simile modo antiecologico di operare diventi la regola?
Per il gruppo socialista Saverio Lurati