Interpellanza: Tentato arrocco in Governo: quo vadis?

Sono giorni difficili per le istituzioni ticinesi. Viviamo un’epoca in cui il rispetto delle regole democratiche, la separazione dei poteri e lo Stato di diritto vengono messi sotto pressione, spesso proprio da chi dovrebbe esserne garante. Questi attacchi alle istituzioni si manifestano anche nella forma di forzature procedurali, personalismi travestiti da “usciamo dalla comfort zone” per il (presunto) bene del paese, tentativi di piegare le regole a logiche di partito. È in questo clima che si inserisce la recente vicenda della volontà avanzata da Norman Gobbi e Claudio Zali di scambiarsi i rispettivi dipartimenti.

La chiara comunicazione odierna del Consiglio di Stato, che ha deciso di non accogliere per il momento tale richiesta e di svolgere ulteriori approfondimenti, rappresenta un segnale di responsabilità istituzionale che va nella direzione del rispetto delle procedure. Ma è anche, soprattutto, una sconfitta politica per i due Consiglieri di Stato della Lega, che hanno tentato di imporre l’arrocco come un fatto compiuto, senza discussione e senza decisione, nell’esclusivo interesse della propria parte politica. Consiglieri di Stato ora costretti a scusarsi pubblicamente dopo i loro colleghi hanno “preso atto con disappunto delle modalità di comunicazione pubblica sull’argomento”.

A dimostrazione di questa volontà di forzare la mano, vi sarebbe – stando a quanto riportato dai media – anche una mail inviata lunedì mattina da Norman Gobbi ai propri funzionari, nella quale il Consigliere di Stato si congedava già dal suo dipartimento. Il tutto prima ancora che qualsiasi decisione formale fosse stata presa.

Tuttavia, anche dopo la comunicazione odierna del Consiglio di Stato la questione non è ancora chiusa. Rimangono diverse zone d’ombra e questioni aperte, che intendiamo cercare di chiarire con la seguente interpellanza.

Sulla base delle considerazioni sovraesposte, chiediamo al Consiglio di Stato:
 
In merito alla presunta mail inviata da Gobbi:

  • Il Consiglio di Stato è a conoscenza di questa mail?
  • Come giudica il Consiglio di Stato questa mail?
  • È seguita una seconda comunicazione ufficiale a nome del Consiglio di Stato ai dipendenti in questione per informarli delle effettive decisioni governative?

In merito alla base legale:

  • Qual è la base legale per un simile “arrocco”?
  • In che circostanza e con quale procedura si può procedere a un rimpasto dei dipartimenti a metà legislatura?
  • L’articolo 69, capoverso 2, della Costituzione recita: “Per ogni decisione del Consiglio di Stato occorre la maggioranza assoluta dei suoi membri; per ogni revoca, sospensione o modifica di atti individuali e concreti occorre il voto concorde di almeno quattro membri”.
    Un simile scambio di Dipartimenti è da intendersi come revoca di una decisione precedentemente presa a cui si applica la fattispecie di voto di almeno quattro membri?

 
Interpellanza di Laura Riget, Fabrizio Sirica e Danilo Forini

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