Interpellanza – Il consigliere di Stato Gobbi non rispetta la decisione collegiale del Consiglio di Stato che difende la revisione della LPT?

Carlo Lepori
Deputato al Gran Consiglio
19 febbraio 2013

Il consigliere di Stato Gobbi non rispetta la decisione collegiale del Consiglio di Stato che difende la revisione della LPT?

Sul Corriere del Ticino del 7 febbraio scorso il consigliere di Stato Norman Gobbi in una «Opinione» dal titolo «Territorio riforma da bocciare» invita a respingere la revisione della LPT in votazione dal prossimo 3 marzo (vedi allegato). Gli argomenti portati contro la revisione della LPT non sono nuovi né particolarmente elaborati riprendendo la campagna degli ambienti contrari alla stessa.
Lo stesso giorno il Consiglio di Stato prendeva posizione a favore della revisione della LPT (vedi allegato) sottolineando come gli obiettivi di questa revisione siano già in gran parte acquisiti nel Piano direttore cantonale e nei programmi di agglomerato elaborati finora.
Senza volere negare ai membri del Governo l’esercizio della libertà di espressione salutando anzi gli interessanti contributi di Consiglieri di Stato al dibattito politico cantonale la presa di posizione del Consigliere Norman Gobbi su un tema in votazione contraria alla posizione collegiale del Governo suscita notevoli perplessità.
Per questi motivi mi permetto di chiedere a codesto lod. Consiglio di Stato ai sensi dell’Art. 140 LGC/CdS:
• Il Consiglio di Stato è al corrente della presa di posizione del Consigliere Norman Gobbi contraria alla revisione LPT?
• Non ritiene il Consiglio di Stato che si tratti di un affronto al principio della collegialità delle decisioni del Consiglio di Stato?
• Come ha reagito o come intende reagire il Consiglio di Stato nei confronti di questa violazione del principio di collegialità?

Per il Gruppo PS

Carlo Lepori

L’OPINIONE NORMAN GOBBI* Territorio riforma da bocciare
[Corriere del Ticino 7 febbraio 2013]
La revisione parziale della Legge sulla pianificazione del territorio (LPT) – che voteremo il prossimo 3 marzo – ha lo scopo di raggruppare meglio gli insediamenti al fine di arginare l’utilizzazione eccessiva del suolo e la speculazione fondiaria. A tal proposito le zone edilizie troppo estese andrebbero ridimensionate e le riserve di terreni edificabili sfruttate in modo più mirato. Lo scopo ultimo sarebbe quindi quello di garantire uno sviluppo degli insediamenti più compatti e in ultima analisi la preservazione dell’intero territorio.
Se la finalità della revisione parziale è assolutamente condivisibile (chi di noi non è sensibile alla preservazione del nostro splendido territorio?) i mezzi per raggiungere gli obiettivi sono purtroppo altamente penalizzanti.
Ad essere particolarmente danneggiati dalla revisione parziale della LPT sarebbero più livelli. In primis ne sarebbe toccato il federalismo: con questa revisione le autorità cantonali e comunali da sempre responsabili della pianificazione del proprio territorio (adempiendo naturalmente le linee imposte dalla Confederazione) sarebbero messe sotto tutela in quanto le decisioni pianificatorie importanti spetterebbero in futuro alla Berna federale. Neppure il diritto alla proprietà verrebbe risparmiato: la carenza di terreni edificabili imposti dalle autorità federali obbligherebbe quindi i Cantoni a dei pesanti dezonamenti per lo più in zone periferiche (le nostre valli); il che si tradurrebbe nel dichiarare l’inedificabilità di molti terreni inseriti nei Piani regolatori di diversi Comuni. Anche gli inquilini non sarebbero esenti dagli effetti negativi di questa revisione: riducendo le aree edificabili i prezzi dei terreni ritenuti idonei potranno solo aumentare di valore rincarando così il costo degli appartamenti e dell’abitazione in generale.
Favorendo degli insediamenti compatti nell’area urbana al fine di sfruttare al meglio le zone edificabili del piano non si tiene inoltre in considerazione la specificità delle regioni periferiche e di montagna. Le nostre valli già continuamente confrontate con lo spopolamento per motivi professionali e per l’invecchiamento della popolazione sarebbero messe ulteriormente a dura prova dai dezonamenti. Il vantaggio di risiedere in una zona periferica del nostro cantone era principalmente dovuto alla bellezza del paesaggio alla tranquillità della zona ma anche alla possibilità di trovare dei terreni edificabili a prezzi convenienti. Con la revisione parziale della LPT questi vantaggi verrebbero eliminati generando un’ulteriore fuga dalle nostre valli.
Siamo sicuri che un’edificazione densificata come proposta dalla revisione parziale della LPT sia davvero la soluzione migliore? Non sarebbe il caso di ragionare da soli e senza tutela in termini di migliore allocazione dell’edificabilità? Questa revisione mina il federalismo e la coesione interna della Confederazione e dei singoli Cantoni. Quindi possiamo solo opporci.
* consigliere di Stato

Consiglio di Stato 6501 Bellinzona 7 febbraio 2013
COMUNICATO STAMPA
Modifica della Legge federale sulla pianificazione del territorio
Il Consiglio di Stato sostiene la modifica della Legge federale sulla pianificazione del territorio oggetto in votazione il prossimo 3 marzo. Il testo di legge approvato dalle Camere federali lo scorso anno propone norme più incisive per limitare la dispersione degli insediamenti e per utilizzare in modo più razionale il territorio rispettando efficacemente il paesaggio e gli spazi agricoli. Viene così rafforzato il principio secondo cui occorre sfruttare meglio le zone edificabili già delimitate dai Piani regolatori anziché ampliarle. Le future esigenze di sviluppo andranno preferibilmente ricercate attraverso densificazioni mirate in aree strategiche in prossimità dei mezzi di trasporto pubblici.
Il Governo ricorda che questi temi non sono nuovi per il Cantone Ticino. Il Piano direttore cantonale infatti già prevede una simile politica di contenimento delle zone edificabili. Misure in questa direzione sono per altro già state sviluppate anche nei Programmi d’agglomerato che le diverse Commissioni dei trasporti coadiuvate dai comuni e dal Cantone hanno elaborato in questi anni.
La Legge federale prevede inoltre che sia rivista l’estensione delle zone edificabili giudicate eccessive rispetto alle esigenze di sviluppo dei prossimi 15 anni. In Ticino i dati confermano un certo sovradimensionamento: una realtà per altro riconosciuta dallo stesso Piano direttore cantonale che già prevede la facoltà di riduzioni di zona. Il Governo ricorda tuttavia che nel nostro Cantone i terreni liberi non si trovano in zone marginali potenzialmente recuperabili ad altri usi ma sono presenti a macchia di leopardo all’interno di un tessuto urbano già largamente costruito. Le eventuali riduzioni di zona edificabile sono pertanto ipotizzabili in situazioni molto puntuali dove la misura contribuirebbe a perseguire anche altri interessi pubblici come una miglior tutela di singoli elementi del paesaggio di un bene culturale o di un territorio agricolo.
Per ulteriori informazioni rivolgersi a:
DIPARTIMENTO DEL TERRITORIO
Marco Borradori Direttore del Dipartimento del Territorio tel. 091/814.44.70

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