Insensate angherie contro il servizio civile – Centro per la nonviolenza della Svizzera italiana

Solo giovedì scorso 2 dicembre il plenum del Consiglio nazionale dopo aver respinto una mozione per la reintroduzione dell’asame di coscienza ha però accettato la proposta della Commissione della sicurezza di istituire un gruppo di lavoro che esamini la possibilità di introdurre degli ostacoli per ridurre il numero dei civilisti.
Con una rapidità mai vista in precedenza il Consiglio federale (su istanza del nuovo consigliere federale Schneider-Amman probabilmente più disponibile di Doris Leuthard a sottostare alle pressioni del Dipartimento militare) ha oggi modificato le ordinanze di applicazione della Legge sul SC introducendo a partire dal prossimo febbraio alcune restrizioni vere e proprie angherie nei confronti del SC e dei civilisti.
La richiesta del formulario d’iscrizione (non più scaricabile da internet) creerà tra l’altro spese postali e ulteriore lavoro inutile agli impiegati del SC già oberati dall’assistenza all’aumentato numero di civilisti.
Il previsto colloquio vuol forse far rientrare dalla finestra l’asame di coscienza nonostante le bocciature delle Camere federali?
La necessità di riconfermare la domanda dopo 4 settimane oltre a prolungare i termini di ammissione potrebbe portare per una semplice dimenticanza o imprevisto alla non ammissione.
La limitata possibilità di scelta degli impieghi penalizzerà le piccole associazioni (già in parte escluse a causa del pagamento dell’indennità alla Confederazione per occupare un civilista che ora viene addirittura aumentata) proprio in un momento nel quale si cercano nuove possibilità d’impiego per l’aumento dei civilisti.
l’obbligo di svolgere il periodo lungo entro 3 anni dall’ammissione invece che entro i 27 anni penalizzerà in particolare gli studenti che dovranno interrompere gli studi.
Il dimezzamento del rimborso spese per vitto e alloggio quando non può essere fornito dall’istituto d’impiego creerà problemi economici ed aumenterà il ricorso all’assistenza.
l’aventuale riduzione dei civilisti (comunque già ridottisi dopo il boom iniziale legato alla nuova procedura) porterà solo all’aumento di scartati: già oggi molti giovani vengono generosamente esclusi dall’asercito non potendoli impiegare e la situazione sarà ancora più acuta con la prevista ulteriore riduzione da 200’000 a 80’000 dei suoi effettivi.
Tutta la società invece di preoccuparsi e temere il numero di civilisti dovrebbe rallegrarsi che un numero crescente di giovani possa operare attivamente ad esempio nell’aiuto ai più bisognosi nella salvaguardia dell’ambiente o in altre attività estremamente utili oltretutto per una durata di una volta e mezzo del servizio militare creando le premesse per una convivenza civile e solidale.

Per il Centro per la nonviolenza della Svizzera italiana: Luca Buzzi coordinatore

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