Nei dibattiti degli scorsi giorni i contrari all’iniziativa per il 10% hanno ripetuto i loro argomenti: costa troppo, non risolve il problema alla radice, bisognerebbe piuttosto contenere i costi della salute, il sistema RIPAM ticinese sarebbe già «generoso». Sono critiche a cui abbiamo risposto e che, almeno in parte, non vanno banalizzate: nessuno pretende che l’iniziativa per il 10% sia la panacea per tutti i mali. È vero, non fermerà da sola la concentrazione di cliniche private, non correggerà la pseudoconcorrenza tra casse malati, non abbasserà i prezzi eccessivi dei farmaci, né i salari milionari dei top manager assicurativi.
Ma un problema lo risolve, e subito: il peso insopportabile dei premi di cassa malati sui bilanci delle famiglie. L’esplosione dei premi è la principale preoccupazione della popolazione. Sempre più persone fanno fatica a pagare: famiglie del ceto medio, persone sole, coppie di pensionati. Con la nostra iniziativa, nessuno sarà costretto a destinare più del 10% del proprio reddito disponibile ai premi.
Chi si oppone non propone alternative credibili. Continuare come adesso non è un’opzione: tra pochi giorni arriverà l’ennesima stangata con l’annuncio dei premi 2026. È il momento di dire basta. L’unica pseudo-alternativa evocata è «agire sui costi». Giusto, e il PS si batte da anni con proposte concrete: pianificazione ospedaliera che privilegi il pubblico, più trasparenza, riduzione dei prezzi dei farmaci e promozione dei generici, incentivi alla medicina di base, cartella clinica elettronica per ridurre i doppioni.
Ma queste riforme richiedono tempo e soprattutto maggioranze politiche che oggi non ci sono. Le lobby delle casse malati e dell’industria farmaceutica hanno sempre bloccato gli interventi più incisivi, spesso proprio con il sostegno dei partiti che oggi dicono «agiamo sui costi» e bocciano la nostra iniziativa.
Nel frattempo, i premi continuano a crescere e la gente fa fatica. L’iniziativa per il 10% è una misura attuabile subito, che offre sollievo concreto. Non è la soluzione definitiva, ma è un primo passo verso un sistema più equo e solidale, con premi finalmente proporzionati al reddito.
Il 28 settembre possiamo fare una scelta chiara: o rassegnarci a un sistema che scarica i costi sulla popolazione, o frenare finalmente l’esplosione dei premi di cassa malati. Perché la salute deve essere un diritto, non un lusso.
articolo di Laura Riget, co-presidente PS, apparso sul CdT il 18 settembre 2025