Implementazione dell’imposizione minima dell’OCSE: ne beneficia unicamente Zugo?

Il 18 giugno 2023 la Svizzera voterà sull’attuazione dell’imposizione minima dell’OCSE. Gli oppositori della proposta sostengono che a beneficiarne saranno solo i cantoni a bassa tassazione e con molte grandi imprese, mentre la popolazione resterà a mani vuote.

Se l’attuale implementazione dell’imposizione minima dell’OCSE dovesse venire approvata alle urne, il Cantone di Zugo, con le sue multinazionali – come l’impresa di materie prime Glencore o il gigante del cemento Holcim – riceverebbe 51 volte di più per persona rispetto, ad esempio, al Canton San Gallo. Secondo gli oppositori del progetto di legge, una simile distribuzione delle entrate supplementari alimenterebbe ulteriormente la dannosa concorrenza fiscale tra i cantoni.

Zugo: più promozione economica per le aziende

Il Canton Zugo ha già annunciato come intende utilizzare i milioni derivanti all’entrate fiscali aggiuntive: tagli alle tasse per i ricchi e milioni per la promozione della piazza economica. I sostenitori del progetto di legge sottolineano che questo è l’unico modo per mantenere la Svizzera e il Cantone di Zugo attrattivi per le aziende. Gli oppositori, invece, sottolineano l’esistenza di opzioni molto più eque.

Uno studio svolto dall’azienda di consulenza basilese BSS mostra le conseguenze di diversi scenari per la distribuzione del gettito aggiuntivo dell’imposizione minima. La proposta attuale prevede che il 75% del gettito aggiuntivo rimanga nel rispettivo cantone in cui è stato riscosso. Secondo la BSS, ciò avvantaggia in particolare due cantoni che già offrono una bassa tassazione alle imprese: Zugo e Basilea Città. In parlamento, il PS si è battuto in particolare per una distribuzione più equa del gettito e per far sì che tutta la popolazione ne beneficiasse.


L’idea di base dell’imposizione minima dell’OCSE

L’imposizione minima mira a evitare che le multinazionali siano tassate sempre meno e che alla popolazione venga chiesto di pagare sempre di più. 137 Paesi dell’OCSE hanno quindi concordato un’aliquota fiscale minima globale per le grandi imprese. L’obiettivo: frenare la rovinosa concorrenza fiscale internazionale. A partire da un fatturato di 750 milioni di euro all’anno, un’azienda dovrà pagare almeno il 15% di imposta sugli utili. Il Consiglio federale e il Parlamento hanno ora elaborato l’implementazione svizzera di questa imposta minima.

Cosa succede in caso di vittoria del No?

Sia i sostenitori che gli oppositori concordano sul fatto che, in caso di bocciatura alle urne, il Parlamento può approvare rapidamente una nuova legge di implementazione. Secondo l’attuale calendario dell’OCSE, la Svizzera ha abbastanza tempo per farlo. Spetta ora all’elettorato decidere se la distribuzione proposta è di loro gradimento o se vogliono rispedire la legge al mittente.

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