Il dibattito sull’iniziativa 10% è entrato in argomentazione benaltriste. Si porta il giusto tema del contenimento dei costi con accuse al Cantone che non farebbe nulla a livello di pianificazione ospedaliera e tanto meno la Confederazione che continuerebbe ad ampliare le prestazioni riconosciute dalla LAMAL.
Siamo tutti d’accordo, dobbiamo contenere i costi e qui mi permetto di ricordare ai benaltristi che a Berna di proposte sulla LAMal ne sono state fatte molte, dal 2000 ben 533 mozioni, 175 postulati, 111 iniziative parlamentari, 38 iniziative cantonali e 24 oggetti del Consiglio federale (CF) che aveva anche incaricato un gruppo di esperti di studiare il sistema sanitario e proporre misure per ottimizzare i costi. Gruppo di esperti che nel 2017 presentò un rapporto con tutta una serie di misure di contenimento dei costi per sgravare l’assicurazione obbligatoria cure medico sanitarie AOMS.
Da questo rapporto il CF ha poi distillato una serie di misure che ha suddiviso in due messaggi presentati nel 2019 e nel 2022 e che hanno occupato le Camere gli ultimi 6 anni.
Ma alla fine, delle numerose misure proposte dal gruppo di esperti è rimasto poco.
Emblematica quella sui medicamenti generici che sappiamo in Svizzera costano anche più del doppio rispetto agli altri Paesi europei come aveva spiegato il consigliere federale Alain Berset con l’esempio della Confezione di 100 Irfen che costa 12 franchi in Svezia e 34 franchi in Svizzera.
La proposta del Consiglio federale prevedeva «La fissazione di un prezzo massimo (prezzo di riferimento) per medicamenti con la stessa composizione di sostanze attive. L’AOMS rimunererà solo questo prezzo di riferimento», è stata fucilata dalle Camere da una maggioranza di centrodestra in questo caso abilmente condotta dal presidente di Intergenerika, membro della Commissione Sanitaria. (Intergenerika è l’associazione delle aziende produttrici di biosimilari e farmaci generici in Svizzera).
Con il sistema di prezzi di riferimento per farmaci il cui brevetto è scaduto avremmo potuto pagare un prezzo simile a quanto costa all’estero permettendo risparmi tra i 300 e i 500 milioni all’anno.
Il Consiglio federale da anni prova e riprova a proporre misure per contenere i costi ma si trova sistematicamente confrontato con maggioranze alle Camere che seguono interessi particolari (lobbywatch.ch). Non nego che anche a sinistra a volte freniamo ma non per i medesimi interessi (esempio franchigia minima) e sovente senza successo.
Troppo facile per quell’area politica che oggi si oppone all’iniziativa 10% parlare di contenimento dei costi ma che a Berna si schiera sistematicamente contro quasi tutte le proposte. Ma a prescindere da possibili contenimenti dei costi, i progressi tecnici della medicina che migliorano la speranza e qualità di vita comporteranno comunque maggior costi che non potranno ancora pesare sui premi cassa malati ma dovranno essere finanziati in modo più solidale come propone l’iniziativa 10%.
Articolo di Bruno Storni, consigliere nazionale PS, apparso sul CdT il 17 settembre 2025