Il ponte tra Venezia e la cultura svizzera

La decisione ventilata da Pro Helvetia di cessare entro due anni le attività presso la sede di Palazzo Trevisan degli Ulivi a Venezia sta destando comprensibile preoccupazione sia in Svizzera, sia nella Serenissima, dove il Centro svizzero è apprezzato dalla popolazione. Uno stabile storico di proprietà della Confederazione, in cui ha sede il Consolato svizzero di Venezia gestito dal Dipartimento federale degli affari esteri e in cui trovano spazio attività culturali. L’abbandono di Palazzo Trevisan e della presenza stabile della Svizzera a Venezia avrebbe importanti conseguenze per l’immagine e il rilievo della cultura svizzera.

Questo sarebbe uno scenario preoccupante per il nostro Paese. Venezia è un hub culturale di rilevanza mondiale, grazie alla sua biennale e agli innumerevoli eventi artistici che ospita. Farne parte consente di mostrare il ricco patrimonio culturale della Svizzera a un pubblico internazionale, favorendo lo scambio di idee e promuovendo il dialogo interculturale. La presenza svizzera a Venezia contribuisce inoltre a creare un ponte e a rafforzare i legami storici e culturali tra il nostro Paese e l’Italia. Un rapporto che valorizza l’italianità all’interno del contesto svizzero e consolida la promozione della Svizzera come Paese plurilingue e multiculturale anche all’estero. Proprio la promozione a livello nazionale e nel mondo di tutte le componenti culturali svizzere, inclusa l’italianità, è il fulcro del mandato di Pro Helvetia. Pro Helvetia motiva la sua decisione con i tagli finanziari decisi dalla Confederazione per il settore della cultura, che impongono una riduzione dei costi sostenuti dall’Associazione. Palazzo Trevisan potrebbe quindi essere uno dei luoghi di cultura sacrificati in ragione delle misure di risparmio. Il suo nome illustre e la sua importanza storica gli hanno valso un’attenzione che altre strutture culturali potrebbero non ricevere, rischiando di scomparire nel silenzio. Una riflessione più ampia è quindi d’obbligo.

Le misure di rientro finanziario, sia a livello federale che cantonale, devono tener conto dell’importanza della cultura come strumento di coesione sociale e di identità nazionale. La cultura non è solo un settore economico, è soprattutto un veicolo identitario attraverso cui si trasmettono valori e tradizioni sia a livello nazionale sia a livello internazionale.

Come direttrice del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport del Canton Ticino e presidente del Forum per l’italiano in Svizzera mi sto impegnando per trovare una soluzione con tutte le parti coinvolte, dalle autorità federali a Pro Helvetia, affinché la cultura Svizzera possa continuare a vivere anche a Venezia. A questo proposito, ritengo interessante riflettere alla proposta di possibile trasformazione di Palazzo Trevisan in un centro culturale avanzata dal professor Martinoni sulle pagine di questo giornale mercoledì scorso. Mantenere e promuovere la cultura svizzera a Venezia significa investire in un dialogo continuo e proficuo tra Svizzera e resto del mondo, garantendole una visibilità internazionale e rafforzando la cooperazione culturale e artistica.

Articolo di Marina Carobbio Guscetti , Consigliera di Stato apparso su CdT del 26 luglio 2024

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