Se il 15 giugno prossimo alle urne non passerà il credito per la riorganizzazione del nodo intermodale alla stazione di Locarno Muralto, chi spiegherà alla mia e alle generazioni più giovani perché un ulteriore progresso del trasporto pubblico, non solo nel Locarnese, ma di conseguenza in connessione con il resto del Cantone, sarà estremamente limitato?
Chi ci spiegherà perché non sarà finalmente possibile avere un nodo intermodale riqualificato, sicuro e a misura di persona come negli altri centri urbani?
Voglio sperare che questa responsabilità se la prenderanno i promotori del referendum, utilizzando però le loro vere motivazioni e non continuando a nascondere il loro interesse privato o rancori di politica locale dietro a facili strumentalizzazioni che possono prendere la pancia dei meno attenti, come i costi ( giustamente importanti) di una simile opera o la presunta salvaguardia dal passaggio di bus di un viale « tanto pregiato » che oggi viene lasciato percorrere senza preoccupazioni di sorta da migliaia di auto al giorno e che per metà della sua larghezza è adibito a posteggi. Posteggi e accessibilità alle auto che guarda caso sono l’unico vero cruccio di coloro che si oppongono al nodo intermodale. Ma d’altronde in Ticino – e nel Locarnese in particolare esiste questa forte credenza nell’automobile salvatrice dei commerci. Come a non volersi rendere conto che i problemi degli esercenti e dei piccoli commerci sono ben più complessi e che le soluzioni necessitano di una visione più ampia. Una visione che non si basi solo sull’interesse individuale di pochi, o ancora peggio su degli asti politici locali puramente interpersonali, ma che sappia mettere al centro anche e soprattutto l’interesse collettivo. Una visione che sappia guardare al futuro con coraggio, ridando speranza anche alle giovani e future generazioni.
Io – e spero la maggioranza delle e dei ticinesi che andranno alle urne – questa responsabilità collettiva me la prenderò, votando sì a un’opera strategica per tutto il Cantone – un segnale di progresso importante per quelle generazioni che altrimenti avranno un ulteriore motivo per preferire la fuga oltralpe.
Articolo di Nancy Lunghi apparso sul Corriere del Ticino il 21 maggio