Il malessere e gli errori strategici dei Socialisti

C’è molto fumo attorno al PS, e anche parecchia agitazione, non solo presidenziale, fatta di interviste e articoli a giustificare scelte e sottolineare la condivisione democratica delle stesse. Se il PS si trova in questa poco edificante situazione i suoi dirigenti possono solo rimproverare loro stessi. È infatti sempre più chiaro che alla radice del malessere socialista, in realtà, non stiano né la lista comune rossoverde, né la candidatura di Amalia Mirante, né la condivisione ideologica o programmatica e ancora meno la propensione alla divisione attribuita alla sinstra. Il malessere nasce invece da una strategia di ripiegamento artatamente proposta come necessaria operazione di salvaguardia del seggio in Consiglio di Stato il prossimo aprile. In realtà, il posto in Governo per un socialista non era in pericolo ieri e lo è ancora meno oggi, con l’alleanza rossoverde. Affermare il contrario è una falsità, ma da mesi i dirigenti del PS vogliono farlo credere. E passato il messaggio e instaurato il timore, ecco la soluzione: una candidatura eccezionale per salvare il partito, quella della consigliera agli Stati Marina Carobbio Guscetti (MCG). La quale, come si sa, dovrebbe affrontare, nell’autunno del prossimo anno, una rielezione né facile né scontata. Un partito serio e consapevole non avrebbe dubbi sulla necessità di riaffermare la propria presenza a Berna per rappresentare il Ticino aperto e progressita che pure esiste. Ma, probabilmente MCG non vuole correre il rischio di perdere quell’elezione. Il gruppo che dirige il PS decide dunque di abdicare e di trovare una via d’uscita elegante per MCG: un salto della quaglia chiamato Consiglio di Stato, una elezione che offre un percorso agiato e sicuro. Il PS dimentica che il Consiglio degli Stati è una istituzione fondamentale della democrazia svizzera, molto importante per il Cantone (più del Consiglio nazionale), ma anche per il PS e ancora più per il PSS. Abdicando, PS e MGC tradiscono chi gli ha dato fiducia, consegnano su un piatto d’argento il seggio alla destra (la quale, di questi tempi, non si può dire sia tutta illuminata e socialmente attenta) e indeboliscono la sinistra a Berna. Si tratta di un grave errore strategico accompagnato da una notevole perdita di credibilità.

Un grave errore strategico poiché la rielezione di MCG non sarebbe improbabile, anzi. L’ultimo risultato, in Ticino, a favore del referendum sull’AVS è anche una sua vittoria. Una perdita di credibilità, e una seconda abdicazione, poiché non sa esprimere un’altra candidatura. Il PS si sta attorcigliando attorno ad un falso problema per dare una soluzione sbagliata ad un altro falso problema. Con quale credibilità il PS può difendere l’area progressista se non combatte una battaglia fondamentale per il Ticino e per il PSS con l’unica persona in grado di imporsi ?

Con quale credibilità il PS vuole riaffermare la propria legittimità governativa se non sa esprimere candidati seri, non ragazzini- in grado di fare il consigliere di Stato? Certo non sarà una passeggiata, ma se MGC non vuole offuscare una carriera politica fin qui di grande rispetto ha il dovere di lottare per ottenere nuovamente il seggio del Ticino progressista a Berna. E al PS non mancano certamente altri candidati per il Consiglio di Stato.

Articolo di Luca Bellinelli apparso sul Corriere del Ticino il 26 ottobre

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