Il futuro dell’energia è il presente

La maggior parte dell’energia consumata in Svizzera proviene da combustibili petroliferi e carburanti (43%), seguiti da elettricità (26%) e gas (15%). L’elettricità in Svizzera è prodotta principalmente dalle centrali idroelettriche (62%), seguite dalle centrali nucleari (29%) e da altri impianti termici (9%). Dati UFE 2021.

I combustibili fossili e il nucleare sono state fonti energetiche importanti del nostro passato e continuano a rivestire un ruolo rilevante nel presente. Esse arricchiscono però i pochi produttori a scapito dei consumatori e dell’ambiente e ci rendono dipendenti dai paesi in cui quelle materie vengono estratte. L’attuale crisi energetica, dovuta alla carenza di gas russo e dell’elettricità nucleare francese ne è la dimostrazione. L’idroelettrico rappresenta qualche vantaggio in più, specialmente nella conservazione dell’energia, ma a costo di un impatto territoriale molto elevato.

La svolta energetica è in corso ma il cambiamento non sta avvenendo ad un ritmo sufficientemente veloce. Giova ricordare che l’irraggiamento solare su tutto il territorio nazionale equivale a 200 volte il consumo annuo di energia in Svizzera e che basterebbe installare un impianto fotovoltaico sul tetto di ogni edificio già costruito per soddisfare l’intero fabbisogno energetico del paese (SvizzeraEnergia). Dobbiamo quindi spingere la transizione continuando ad incentivare la posa di impianti di produzione da fonti rinnovabili, promuovere le comunità di autoconsumo e remunerare adeguatamente chi immette in rete il proprio surplus energetico. L’ente pubblico dovrebbe inoltre investire in centrali di teleriscaldamento con vettori a chilometro zero, ad esempio il cippato proveniente dai nostri boschi, oppure scambiando il calore contenuto nell’acqua dei nostri laghi ma anche recuperando il calore residuo generato da altre fonti. L’EPF di Losanna ha appena concluso un importante progetto di rinnovamento di tutte le infrastrutture di riscaldamento e raffreddamento del campus di Écublens proprio attingendo al calore del lago Lemano e da quello generato dal suo datacenter. Le iniziative virtuose sul territorio ticinese, come ad esempio il progetto Verbano2030 che mira a sfruttare il calore del Lago Maggiore per riscaldare il quartiere Rusca di Locarno, restano un’eccezione.

Non stiamo parlando di fantascienza e di futuro ma di tecnologie esistenti, rodate, sicure, a basso costo. Ad applicarle ci vuole poco tempo. Ce ne vuole molto di più per cambiare le menti delle persone.

Articolo di Francesco Albi, candidato al Gran Consiglio per il PS pubblicato sul CdT, 27.2.2023

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