L’articolo 127 della Costituzione sancisce il principio secondo cui in Svizzera le imposte devono essere progressive: «Nella misura consentita dalla natura dell’imposta, devono essere in particolare rispettati i principi della generalità e dell’uguaglianza dell’imposizione, nonché dell’imposizione secondo la capacità economica».
Un’imposizione progressiva, che cambia al variare della «capacità economica», fa in modo che il contribuente versi allo Stato tasse proporzionate al proprio reddito, attraverso la cosiddetta aliquota percentuale; pagherà così una percentuale bassa se il suo reddito è basso e una percentuale alta se il suo reddito è alto.
Per la storia da evidenziare che questo principio risale al penultimo re di Roma, Servio Tullio, circa 2.500 anni fa.
Il problema però è che i premi di cassa malati – che di fatto sono obbligatori come le imposte e quindi sono un’imposta sulla salute – sono diventati talmente cari che stravolgono la progressività voluta dalla Costituzione e rendono le imposte di fatto non progressive, soprattutto per il ceto medio.
Il ceto medio – e consideriamo ceto medio coloro che pagano fino a un massimo del 15% sul reddito sommando imposte comunali, cantonali e federali – ha un reddito troppo alto per ricevere gli attuali sussidi di cassa malati, ma un reddito troppo basso per pagare premi così costosi.
Facciamo degli esempi. Una persona sola, che vive a Bellinzona (moltiplicatore al 90%), spenderà in imposte e premi di cassa malati il 23% del proprio reddito, indipendentemente dal fatto che il suo reddito netto sia di 50 mila o di 80 mila franchi. Vale a dire che chi guadagna meno di 4 mila franchi al mese (netti) è considerato «ricco» come chi ne guadagna più di 6 mila: queste non sono imposte progressive, perché sappiamo tutti che a questi livelli di reddito più di duemila franchi di differenza al mese, per una persona sola, comportano un tenore di vita completamente diverso!
Identico il discorso per le coppie con figli: per una coppia con 1 figlio, tra i 130 e i 180 mila franchi l’incidenza di premi più imposte resta stabile al 29%, mentre per una coppia con 2 figli, sempre tra i 130 e i 180 mila franchi di reddito, è del 27%. In altri termini per il ceto medio, a seconda della composizione della famiglia, è presente di fatto un’aliquota unica sul reddito, ossia tutti pagano la stessa percentuale di imposte indipendentemente dalle entrate.
Questo si pone in contrasto con il principio costituzionale secondo cui ognuno contribuisce in base alle proprie capacità.
Applicare il principio del tetto massimo del 10% del reddito per i premi di cassa malati significa rendere, per il ceto medio, meno ingiusta e gravosa questa voce di spesa.
Oggi i premi di cassa malati sono uguali per tutti, mentre accettando l’iniziativa chi guadagna di più pagherebbe premi netti più cari di chi guadagna meno; non ci sarebbe più un onere pro capite uguale per tutti.
In questo modo il carico totale tra imposte e premi netti tornerebbe ad essere progressivo, riallineandosi al dettato costituzionale.
Ivo Durisch, capogruppo PS in GC
articolo apparso sul CdT il 12 settembre 2025