Il Comitato Cantonale dice sì al lancio dell’iniziativa per un salario minimo sociale

Questa sera si è tenuto il Comitato Cantonale del Partito Socialista a Bellinzona. Due erano i temi della serata: il lancio dell’iniziativa a favore di un salario minimo sociale e la discussione sulle misure di rilancio per il Ticino del 2030. Durante la riunione i delegati e le delegate del Comitato Cantonale hanno deciso il lancio di un’iniziativa popolare costituzionale per impedire che pseudo-sindacati farlocchi aggirino l’obbligatorietà di un salario minimo di almeno 21,50 franchi all’ora e di delegare alla direzione la strategia per combattere la visione borghese per il contenimento della spesa.

Il Comitato Cantonale straordinario del PS Ticino si è svolto stasera, 21 ottobre, a Bellinzona. Due erano i temi della serata: il lancio dell’iniziativa popolare costituzionale a favore di un salario minimo sociale e la discussione sul piano di rilancio del PS Ticino, diventato più urgente che mai dopo la vergognosa decisione della maggioranza di destra che siede in Parlamento di sostenere l’iniziativa Morisoli, che vuole risanare le finanze tagliando importanti spese nell’ambito dei sussidi, del sociosanitario, formativo e del personale.

Nel suo intervento il copresidente PS Fabrizio Sirica ha spiegato bene la pericolosità dell’iniziativa Morisoli che, con uno sguardo miope rivolto alla punta dei piedi impedisce di guardare verso l’orizzonte e verso i bisogni reali della popolazione. Come faremo ad affrontare l’invecchiamento della popolazione se il Parlamento decide di tagliare sulle spese di case anziani e ospedali? E i problemi delle PMI che ancora soffrono delle conseguenze della pandemia? Per non parlare del fatto che con questa iniziativa dell’UDC sarà impossibile aiutare il ceto medio e aumentare la conciliabilità tra famiglia e lavoro, nonché sostenere i giovani in formazione, perché queste misure di contenimento toccheranno anche le scuole di ogni livello. Per questi motivi il piano di rilancio del PS è più urgente che mai: con le sue 24 misure concrete il piano propone delle soluzioni a questi problemi e non unicamente dei tagli alle spese dei servizi di base dello Stato e al suo personale.

Laura Riget ha invece parlato della necessità di lanciare un’iniziativa sul salario minimo, portando due esempi di persone che vivono sulla loro pelle la precarietà del mondo del lavoro. Con la nostra iniziativa il PS vuole infatti togliere la possibilità di deroga ai CCL, avidamente sfruttata da Tisin per non far pagare i salari minimi alle imprese, e aumentare il salario minimo al corrispettivo delle prestazioni complementari AVS-AI, con l’aggiunta delle spese per conseguire lo stipendio. Concretamente con questa iniziativa il salario aumenterà fino ad almeno 21,50 franchi all’ora – una cifra tuttora molto contenuta come ha ammesso Laura Riget, poiché lo spazio di manovra giuridico per fissare dei salari minimi a livello cantonale è molto limitato. Tuttavia con la nostra iniziativa è possibile sfruttare al massimo questo poco spazio e aumentare il salario attualmente percepito da migliaia di lavoratrici e lavoratori.

Dopo una vivace discussione i delegati e le delegate del Comitato Cantonale hanno deciso di lanciare l’iniziativa per un salario minimo sociale, che verrà presentata ufficialmente nelle prossime settimane.

Positive anche le reazioni dei presenti al piano di rilancio presentato dalla Direzione e dal Gruppo parlamentare del PS Ticino, che vuole affrontare i principali problemi strutturali del nostro Cantone, ulteriormente peggiorati anche dall’impatto della pandemia. Le 24 misure concrete, che coinvolgono i trasporti pubblici, la formazione, l’ambiente, la socialità e l’accoglienza nel nostro Cantone vogliono contribuire, nei prossimi 10 anni, a costruire un Ticino inclusivo, sostenibile e accogliente.

Per il Comitato Cantonale
Mattea David e Corinne Sala, copresidenza Comitato Cantonale

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