Il comitato a favore della riforma tributaria in votazione il 9 giugno ha come slogan della propria campagna: «Meno imposte, anche per me».
Tra i principali argomenti che portano vi è l’urgenza di intervenire con delle misure che non faranno pagare «più imposte» a tutti, citando ad esempio la necessità di aumentare le spese professionali deducibili, oppure aggiornare le imposte di successione alle mutate esigenze della società, o ancora la revisione delle aliquote per il prelievo del secondo pilastro. Quello che provano a far credere è che se non si vota sì non si avranno questi aggiornamenti. E questo è profondamente falso. Il nostro gruppo parlamentare, proprio per garantire agli elettori di esprimersi senza ricatti e con serenità sulla riforma, ha già presentato delle iniziative parlamentari che, in caso di successo del referendum, faranno vedere la luce a queste modifiche, di interesse generale.
La misura contestata, quella per cui si è fatto il referendum e quella sulla quale dovremmo discutere, è lo sgravio fiscale ai superricchi. Nel dibattito commissionale avevamo anche proposto di scorporare i temi, in modo da garantire le sopracitate misure, ma non hanno accettato. Perché? Semplice, hanno la necessità di impaurire la popolazione per poter portare a casa la misura davvero controversa e contestata.
Pensate, se passa questa riforma, 12 persone beneficeranno di sgravi per 4 milioni di franchi, ogni anno! Per proteggere gli interessi di questa élite, giocano sulla paura di aggravi fiscali per il ceto medio, usandolo come scudo umano. I favorevoli si dimenticano poi di dire quanto chiaramente ammonito dai Comuni: se passa la riforma, che si sommerebbe ad altri riversamenti di oneri già effettuati sui Comuni, verranno aumentati i moltiplicatori comunali. Il già capo dicastero finanze di Locarno ha stimato il costo in 10 punti di moltiplicatore. Non solo il ceto medio non avrà un guadagno, ma dovrà finanziare gli sgravi per i super ricchi. Un paradosso inaccettabile, una riforma ingiusta, in un momento in cui si taglia sul sociale e sul servizio pubblico, con il ceto medio in difficoltà alla fine del mese che invero ha bisogno di maggior sostegno e maggiore ridistribuzione della ricchezza.
Votate per i vostri interessi, senza condizionamenti né ricatti: no alla riforma fiscale.
Articolo di Fabrizio Sirica, copresidente PS, pubblicato sul Corriere del Ticino 14 maggio 2024