Ex-funzionario del DSS condannato per coazione sessuale: il PS esige massima chiarezza, in aperta trasparenza, su tutte le possibili implicazioni del caso.

ll PS esige che venga fatta intera chiarezza sulle eventuali implicazioni legate al caso dell’ex-funzionario del DSS, condannato in primo grado per coazione sessuale.  Massima trasparenza, nel pieno rispetto della dignità e della sfera privata delle vittime. Nel caso in cui dovessero emergere responsabilità per mancanze amministrative da parte di persone vicine al partito, il PS applicherà il principio della “tolleranza zero”.

Il Partito Socialista esige che venga fatta intera chiarezza, in aperta trasparenza, sulle eventuali implicazioni amministrative legate al caso dell’ex-funzionario del DSS recentemente condannato in primo grado per coazione sessuale. Nel pieno rispetto delle vittime e della loro sfera privata, va fatta piena luce sulle parole pronunciate dal Giudice Marco Villa a margine della lettura della sentenza, secondo le quali le segnalazioni delle vittime non sarebbero state valutate con la dovuta attenzione all’epoca dei fatti in sede amministrativa.

Il PS ritiene che la decisione del Consiglio di Stato di procedere ad accertamenti riguardo alla gestione del caso in seno all’Amministrazione cantonale sia adeguata e chiede che essi vengano effettuati con il massimo rigore e celerità.

Nel caso in cui in questa vicenda dovessero essere coinvolte persone vicine al partito, il PS applicherà la ‘tolleranza zero’, adottando, per ciò che è di sua competenza, adeguati provvedimenti. Esortiamo perciò tutte le persone che detengono informazioni riguardo agli eventuali risvolti amministrativi di questa vicenda a farsi avanti e a collaborare con le autorità competenti.

Il PS condanna qualsiasi abuso, molestia o discriminazione di tipo sessuale. Come sempre, e anche per quanto riguarda questa incresciosa vicenda, siamo in prima linea nella prevenzione, la lotta alla violenza e alle molestie sessuali sulle donne, alle quali è nostro dovere porre fine. Una lotta che non può né deve scadere nelle strumentalizzazioni politiche attualmente in corso – che osserviamo e che non possiamo tollerare – poiché il problema va risolto e arrestato una volta per tutte, indipendentemente dalle appartenenze partitiche e senza operare distinzioni. Porre fine alla violenza, alle discriminazioni e agli abusi sessuali è un importante obiettivo raccolto nelle rivendicazioni del “Manifesto per un socialismo femminista”, adottato dal PS Svizzero e dalla nostra sezione cantonale, che ci impegnamo a concretizzare, tutte e tutti, senza se e senza ma.

Proprio per questo le Deputate socialiste Gina La Mantia e Tatiana Lurati, nella primavera dell’anno scorso, hanno inoltrato l’interrogazione “Molestie sessuali sul posto di lavoro: il Ticino può fare di più?” con cui chiedevano al Governo chiarimenti riguardo a quanto in Ticino è previsto in materia e su ciò che si può nettamente migliorare. Un’interrogazione a cui il Governo ha risposto in modo deludente, senza accogliere le proposte delle Deputate socialiste e limitandosi ad affermare “che si potrebbero consolidare i servizi che già offrono un aiuto e consulenza alle vittime”.

Il PS ritiene che il problema delle molestie sessuali sul posto di lavoro vada affrontato con il massimo rigore, introducendo e applicando protocolli inflessibili, di cui si deve interessare innanzitutto la sezione delle risorse umane dell’Amministrazione cantonale, proprio perché, anche in questo campo, lo Stato deve essere esemplare.

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