Erdogan, via dalla Siria!

All’orizzonte si profila una nuova tragedia nella Siria settentrionale, sotto lo sguardo dell’opinione pubblica mondiale.
Dopo il frettoloso ritiro delle truppe statunitensi, il presidente turco Erdogan ha avviato una nuova azione militare nel territorio della Siria, aggravando una guerra durata otto anni, la quale ha causato oltre mezzo milione di morti e quasi sette milioni di persone in fuga dalla guerra. Le forze curde, che per anni hanno affrontato il lavoro sporco a favore dell’Occidente nella lotta contro i terroristi dello stato islamico, sono ora costrette a subire un nuovo conflitto.

Preso nella morsa del confronto tra i potenti, il popolo curdo è sempre stato usato e tradito.
È perciò fondamentale che, in questo contesto, la comunità internazionale sostenga i curdi con l’insieme dei mezzi diplomatici, politici ed economici a disposizione. Bisogna mettere la Turchia sotto pressione evitando che i curdi siano vittime di violenza e arbitrarietà. La Svizzera deve far sentire la propria voce contro tutti coloro che ordinano di fare entrare in Siria dei carri armati, provocando ulteriore sofferenza.

La scalata della violenza è dovuta alle grandi potenze, responsabili – a causa dei loro giochi strategici e tattici – del caos sanguinario che colpisce la Siria. È quindi più che mai necessario che la Svizzera abbia un ruolo attivo, impegnandoli a favore del diritto internazionale. Il 20 marzo 2018, in seguito a una richiesta del PS, il Consiglio nazionale ha adottato la seguente dichiarazione, intitolata “Stop ai crimini di guerra in Siria”, la cui urgenza è tutt’oggi di grande attualità.

“Il Consiglio Nazionale,

ricordando la risoluzione 2401 (2018) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 24 febbraio 2018, la quale invita tutte le parti del conflitto a cessare immediatamente le ostilità e per un periodo di almeno 30 giorni consecutivi;

in base all’articolo 32 del suo regolamento (NCR; RS 171.13);

  1. Condanna con la massima fermezza le numerose crudeltà e violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale commesse nel conflitto siriano;
  2. Ricorda alle parti in conflitto che, in base al diritto internazionale, esse sono responsabili dei crimini abietti commessi in Siria e che i responsabili di tali crimini, siano essi Stati o singoli individui, verranno chiamati a risponderne;
  3. invita tutte le parti interessate a cessare immediatamente il loro intervento militare, in violazione del diritto internazionale, e a ritirare le loro truppe dalla Siria;
  4. Invita il Consiglio federale ad agire, facendo tutto ciò che in suo potere per far sì che l’ONU chieda nuovamente un cessate il fuoco immediato in Siria, avviando un processo di pace che coinvolga tutte le parti in conflitto, compresi i curdi»

Il Consiglio federale deve tenere conto di questa dichiarazione, far sentire la propria voce contro l’invasione e adottare tutte le possibilità offerte dalla politica di pace – comprese le sanzioni – per ripristinare l’ordine giuridico internazionale e cessare qualsiasi forma di cooperazione con i responsabili.

Un ulteriore massacro in Siria deve essere ad evitato ad ogni costo.

 

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Carlo Sommaruga, Consigliere nazionale PS
L’articolo sul sito del PSS

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