Ennesimo schiaffo alle donne da parte della destra in Gran Consiglio

Con la decisione odierna la destra in Parlamento ha nuovamente mostrato di non voler aumentare, in Ticino, la presenza femminile negli organi esecutivi e legislativi. Non ha infatti dato seguito all’iniziativa di Raoul Ghisletta e cofirmatari che chiedeva al Consiglio di Stato di modificare la legge sull’esercizio dei diritti politici LEDP in vigore e assicurare che nessun genere possa prevalere nelle liste elettorali.
 
L’iniziativa di Raoul Ghisletta e cofirmatari chiedeva al Consiglio di Stato di modificare la Legge sull’esercizio dei diritti politici LEDP in modo da assicurare che in ogni elezione, nel complesso delle candidature presentate da ogni lista definitiva nessuno dei due generi possa essere rappresentato in misura superiore al 60 per cento.
Quindi liste per il Gran Consiglio alle elezioni 2019 come quelle di Lega, UDC o PLR con una rappresentanza maschile che oscillava tra il 74 e l’80% non avrebbero più potuto essere presentate. Alla luce di questi dati non ci stupisce quindi che i rappresentanti dei partiti di destra abbiano bocciato il rapporto di minoranza e respinto l’iniziativa. Questa situazione si è ripetuta anche nelle elezioni comunali del 2021, quando per l’elezione di Municipi e legislativi la quota di candidature femminili si è mantenuta attorno al 30%.
Questi dati dimostrano come l’obiettivo dell’iniziativa generica non sia mai stato raggiunto e confermano l’urgenza di una modifica della legge per obbligare i partititi a fare la loro parte per raggiungere la parità di genere nelle liste elettorali: solo candidando un numero adeguato di donne sarà poi possibile anche eleggere un numero adeguato di donne.
Il tema del raggiungimento della pari rappresentanza nella politica riguarda molti paesi e le quote di genere nelle liste sono un mezzo sempre più utilizzato per correggere uno squilibrio ed eliminare le barriere strutturali che le donne incontrano. Noi del Partito Socialista rimaniamo dell’avviso che per aumentare la rappresentanza nei gremi politici convenga dare alle candidate lo spazio e l’incentivo giusto affinché si mettano a disposizione per figurare su una lista elettorale.
Tuttavia, fino a quando le condizioni quadro rimarranno discriminatorie per le donne in quanto a salario, suddivisione dei ruoli domestici, conciliabilità tra le attività extra-familiari e familiari, rimane ben più difficile trovare candidate che candidati. Occorre quindi agire anche su questo. D’altra parte, siamo convinti che l’accresciuta presenza di donne nei legislativi e negli esecutivi faciliterà e velocizzerà questi cambiamenti.
Per questo motivi siamo molto rammaricati dalla decisione odierna, ma continueremo a sostenere le candidature femminili sulle nostre liste e a impegnarci affinché nel nostro cantone migliori la conciliabilità lavoro-famiglia-politica.

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