Conosceremo a giorni le tariffe 2023 dellenergia elettrica per i clienti vincolati, cioè la stragrande maggioranza dei consumatori che devono acquistare lenergia presso le Aziende di distribuzione locale, Ail, Ses, Amb ecc. Questo dopo il già forte rincaro del gas.
Le Aziende fanno capo in gran parte a energia idroelettrica propria o dellAet. Infatti una buona maggioranza dei consumatori vincolati acquista lidroelettrico Aet Tiacqua, con un sovrapprezzo di 0,6 cts/kWh, il cui costo di produzione non è influenzato dal prezzo del gas. Teoricamente quindi non dovrebbero esserci aumenti per le Aziende di distribuzione, salvo per quella parte che acquistano sul mercato. Di regola hanno contratti di acquisto da uno a tre anni, per cui circa due terzi degli acquisti dovrebbero fruire di prezzi precedenti alla crisi.
A livello nazionale si stima però per la metà delle Aziende un probabile aumento medio del 30%, difficile da giustificare in Ticino (vedremo).
Di sicuro ci sarà laumento dellenergia di regolazione Swissgrid a 0,46 cts/kWh, che negli ultimi anni era gradualmente sceso fino a 0,16 cts/kWh.
Considerati questi poco rassicuranti scenari è giunto il momento di rivedere i vari ricarichi che anche il piccolo consumatore paga allente pubblico locale sulla bolletta dellelettricità (in media 100 franchi per abitante allanno al Comune).
Oltre alla tassa Fer comunale di 1cts/kWh, abbiamo la palese (scorretta) tassa per luso accresciuto del suolo pubblico di 1 cts/kWh, poi quella meno conosciuta nascosta sulla tariffa utilizzazione rete che dal 2010 (semiliberalizzazione del mercato elettrico) viene incassata separatamente dal costo dellenergia.
Ebbene, dei circa 8-15 cts/kWh della tariffa utilizzazione rete una parte è frutto di una rivalutazione contabile degli impianti (linee di distribuzione, anche quelle vetuste aeree, trasformatori ecc.). Rivalutazione che tra laltro ha visto le aziende elettriche dover pagare decine di milioni di imposte sul maggior valore, ma che di fatto ha comportato maggiori costi duraturi allutenza che paga una seconda volta reti già in buona parte pagate e ammortizzate, più le citate imposte.
La tariffa utilizzo rete viene calcolata moltiplicando il tasso dinteresse calcolatorio (Wacc) attualmente del 3,83% sul valore a bilancio degli impianti di distribuzione diviso lenergia trasportata, valore a bilancio come detto rivalutato nel 2010.
Considerato che le Aziende elettriche sono di proprietà dei Comuni e che gran parte dellutile aziendale è prodotto dallutilizzo della rete, non si capisce perché si debba continuare con questo maggior costo che è una tassa nascosta sullelettricità per alimentare lerario comunale. Immaginate se le tasse acqua potabile o delle canalizzazioni/depuratore fossero calcolate sui costi degli impianti a nuovo.
Per limitare i prossimi aumenti sullenergia elettrica, un bene di prima necessità per cucinare, illuminare e sovente per riscaldare labitazione oltre che per lavorare, dobbiamo finalmente rivedere le varie cospicue tasse comunali palesi e occulte, riducendo la tariffa utilizzo rete e annullando lanacronistica tassa Uso accresciuto suolo pubblico che, tra laltro, paga solo lelettricità ma non il gas. Poi chiaramente dobbiamo cercare di limitare gli sprechi risparmiando energia e producendo di più rinnovabile locale.
Articolo di Bruno Storni, apparso su La Regione il 22 agosto