Ecco perché dire Sì all’iniziativa 99%

Partiamo da alcuni dati relativi alla realtà ticinese. Per quanto riguarda le persone fisiche, l’1% dei contribuenti, ossia 2.200 persone, detiene il 44% della ricchezza mobiliare e immobiliare, pari a 24 miliardi di franchi, con un pro capite medio di 10 milioni di franchi. Fino al 2017 su questa sostanza il contribuente «medio particolarmente facoltoso» versava il 3,3 per mille di imposte al Cantone, pari a 33.000 franchi. Oggi a seguito di una modifica da parte del Parlamento, che ha fissato un’aliquota massima del 2,5 per mille, ne versa 25.000, ossia il 25% in meno. Questa modifica ha generato una contrazione del gettito cantonale stimata in 15 milioni di franchi. L’iniziativa 99% propone, per la tassazione del reddito, che la parte del reddito da capitale superiore a una determinata soglia sia conteggiata una volta e mezzo il suo importo. Se il legislatore dovesse porre questa soglia a 100.000 franchi cerchiamo di calcolare cosa capiterebbe al nostro contribuente detentore di una sostanza di 10 milioni di franchi. Con un tasso di rendimento del capitale pari al 2% del suo valore, cosa plausibile considerato il tasso di interesse negativo, in un anno il suo capitale genererà un reddito di 200.000 franchi. I primi 100.000 fr. saranno tassati come oggi. I 100.000 restanti saranno tassati come fossero 150.000. L’imposta sul reddito che il nostro contribuente dovrà pagare in più è solo quella sui 50.000 franchi aggiunti all’imponibile. Si tratterà di un supplemento d’imposta pari a 5.500 franchi, ossia poco più della metà di quello che ha appena risparmiato con la riduzione dell’imposta sulla sostanza. Insomma nessuno stravolgimento. Oggi invece ad essere state stravolte sono le finanze dello Stato, che riportano un disavanzo strutturale di 150 milioni di franchi. Disavanzo solo parzialmente dovuto alla crisi pandemica perché in realtà in buona parte dovuto a una politica di sgravi messa in atto nei due anni precedenti la pandemia e che oggi pesano. Vista la povertà emergente e la situazione delle finanze dello Stato si può tranquillamente affermare che sia la riduzione dell’aliquota sulla sostanza, decisa dal Parlamento nel 2017, sia la recente proposta del Partito liberale «radicale» di ridurre le imposte ai contribuenti con un reddito superiore ai 300.000 franchi sono proposte molto più ideologiche e inopportune dell’iniziativa 99%. In entrambi i casi si tratta di proposte mirate «senza pudore» all’1% più benestante della popolazione. Riteniamo che oggi, in un momento in cui le disuguaglianze stanno aumentando a una velocità mai vista, in un momento in cui c’è bisogno di coesione e di uno Stato presente per garantirla, così come avvenuto durante la crisi pandemica, l’iniziativa 99% sia la risposta giusta, ragionevole e proporzionata. Quello che si chiede all’1% più benestante della popolazione è solidarietà verso chi fatica ad arrivare alla fine del mese, contribuendo in questo modo alla ricchezza di tutto il Paese.

Articolo di Ivo Durisch, apparso sul Corriere del Ticino il 15 settembre

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