E adesso? Adesso rimbocchiamoci le maniche!

“È inutile piangere sul latte versato” recita il proverbio. Perciò non staremo qui a recriminare sul risultato del voto del 9 febbraio. Se non per dire che vale la pena cercare la cause di quel voto. Che non sono quelle che sono state presentate dalla Destra.

La causa del successo dell’iniziativa dell’uDC “Contro l’immigrazione di massa” è chiara: l’ingordigia. Esatto: proprio l’ingordigia. Quella di una certa parte del padronato mai sazia ossessionata dal profitto a tutti i costi. Un padronato che ha approfittato dei Bilaterali per mettere le une contro le altre le persone che lavorano nella più classica delle “guerre fra poveri”. Ricavandone così precarietà e abbassamento dei salari. E chi ha perso in tutto questo? I soliti: la gente che lavora.

Allora se il risultato di domenica viene letto in quest’ottica non c’è bisogno di scomodare la xenofobia o il razzismo: abbiamo troppa stima delle cittadine e dei cittadini per pensare che fra loro 7 su 10 siano pregiudizialmente ostili agli stranieri. Più semplicemente si è trattato dell’asasperazione di persone che messe sotto pressione dalla precarietà del proprio lavoro e con un potere d’acquisto immobile da anni o addirittura in calo hanno voluto dare un segnale forte.

E adesso? E adesso rimbocchiamoci le maniche. Perché quale che sia stato il risultato del voto su un fatto non transigeremo mai: la difesa del lavoro. Non solo non accetteremo che vengano toccate le misure di accompagnamento ma ci batteremo affinché vengano ampliate e rafforzate. Con il salario minimo sul quale voteremo in maggio. Con l’astensione dei contratti collettivi. Con tutte le misure necessarie per calmierare il mercato degli alloggi.

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