Una cosa è certa. I premi di cassa malati non possono continuare ogni anno a salire così: la popolazione non può più permettersi di pagare più del 10% del proprio reddito disponibile solo per i premi. Senza contare le franchigie, le partecipazioni ai costi, le spese non riconosciute, (…).
Molti slogan elettorali denunciano il problema, ma ho sentito ben poche proposte concrete. È finito il tempo delle parole e delle soluzioni alibi come quelle che mirano ad una compensazione fiscale. Pagare meno imposte fa piacere a tutti, ma l’urgenza attuale non sono le tasse troppo alte: vogliamo pagare meno premi di cassa malati!
Una prima possibilità concreta l’avremo in primavera quando andremo a votare su un’iniziativa federale del partito socialista che propone di ridurre i premi in maniera significativa iniettando a tale scopo 3 miliardi di franchi, suppergiù la cifra dell’aumento globale dei premi per il 2024. In alternativa, un misero controprogetto che prevede una diminuzione totale di «soli» 350 milioni, non sufficienti vista l’ampiezza del problema.
Non facciamoci però fregare dalla retorica dei contrari a queste misure. Per troppo tempo ci hanno convinto a chiamare il sistema di «Riduzione dei premi dell’assicurazione malattia (RIPAM)» unicamente come «sussidi di cassa malati» e di considerarlo come un aiuto statale di cui averne quasi vergogna, un regalo per chi non riesce a pagare i premi «da solo». Si tratta invece di una sacrosanta correzione di un sistema assicurativo che non considera il reddito e la sostanza dei cittadini e che è divenuto nel tempo insostenibile per ben oltre un terzo della popolazione.
C’è infatti da chiedersi se stiamo finanziando le spese sanitaria con le giuste fonti? Ad oggi, in Svizzera la stragrande maggioranza dei costi è a carico dei cittadini tramite premi cassa malati uguali per tutti. Siamo il Paese con il valore tecnico chiamato «Out of Pocket» – cioè quanto il sistema sanitario va ad incidere direttamente nelle tasche dei cittadini – più alto d’Europa. Esistono invece altri sistemi di finanziamento più equi e diverse iniziative federali e cantonali su cui saremo chiamati ad esprimerci nel 2024 vanno esattamente in questa direzione.
Tuttavia si tratta di tamponi urgenti e necessari, ma che non risolveranno il problema alla base: di fronte al fallimento evidente dell’attuale sistema bisogna tornare a votare per una cassa malati unica pubblica con premi proporzionali al reddito. Ecco una seconda e decisiva misura concreta. Non sarà la soluzione a tutti mali in sé, ma si tratta del passo indispensabile per riformare alla radice l’attuale sistema ammalato e per costringere il mondo politico ad adoperarsi finalmente fino in fondo per frenare l’aumento dei costi della salute.
Articolo di Danilo Forini, apparso sul Corriere del Ticino