Donerò i miei organi… ma saranno ancora miei?

Porto con me la mia tessera di donatore di organi, mi sono annunciato a Swisstransplant e i miei familiari sono al corrente della mia decisione. Ho però il massimo rispetto per chi ritiene che l’espianto dei propri organi in una fase di morte cerebrale sia un intervento inaccettabile.

Mi preoccupa invece che molte cittadine e molti cittadini non abbiano deciso che cosa dovrà succedere con il loro corpo in una situazione simile. O magari siano tendenzialmente favorevoli alla donazione, senza però averlo comunicato a nessuno.

La legge sui trapianti prossimamente in votazione ci confronta con la nostra morte, tema spesso rimosso, e al tempo stesso con una situazione molto improbabile: che alla nostra morte sia possibile fare uso dei nostri organi per salvare altre vite.

Ora purtroppo ci sono molte persone che muoiono perché non ci sono organi disponibili per un trapianto! In alcuni casi si potrà aiutare i pazienti con organi artificiali e in futuro forse con organi di origine animale. La realtà oggi è però che per salvare le vite di chi è in attesa di un organo ci si deve affidare a un donatore o a una donatrice umani.

E se ci siamo dimenticati di pensarci o di parlarne in famiglia, in quell’improbabile situazione, di fronte alla morte di un caro congiunto, i nostri familiari sono confrontati con la domanda “Lui o lei sarebbe d’accordo di donare gli organi?” O peggio “ Voi che cosa decidete?”.

Con la nuova legge, in assenza di decisioni note, favorevoli o contrarie, che saranno in ogni caso rispettate, il consenso alla donazione è presunto. Con la precisazione che i familiari saranno in ogni caso consultati; e se non è possibile, non ci saranno espianti. La domanda sarà un po’ più facile: “Vi risulta che il vostro congiunto sia contrario alla donazione di organi?” La differenza è sottile, ma la responsabilità della risposta mi sembra meno pesante.

Un’informazione generalizzata e le possibilità di esprimere il proprio rifiuto dovranno essere disponibili e facilmente accessibili, come del resto è previsto.

Gli argomenti di chi si oppone alla nuova legge sono la violazione dell’autonomia della persona e del suo diritto all’integrità fisica. La questione si riduce a decidere se chi si trova in stato di morte cerebrale sia ancora in qualche senso vivo e abbia quindi diritto alla sua integrità fisica. Questione a cui ognuno è libero di rispondere come ritiene giusto, ma è invitato a comunicarlo.

Poi, a prescindere dal fatto che ci sia stata una donazione di organi o meno, le funzioni corporee, mantenute attive nello stato di morte cerebrale, cesseranno e il cadavere sarà affidato alla pietà dei familiari.

Un Sì meditato, ma convinto, alla modifica della legge sui trapianti.

 

Articolo di Carlo Lepori, Roveredo Capriasca, Deputato al Gran Consiglio, apparso su il Corriere del Ticino il 26 aprile 2022

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