Danée fa danée, piöcc fa piöcc

È con questa colorita espressione dialettale che gli anziani ticinesi indicavano le ingiustizie, quelle che favoriscono chi già sta bene e, purtroppo, finiscono per bastonare tutti gli altri. In politica fiscale fenomeni di questo tipo ne abbiamo già visti e rivisti, ma la cosa sta per ricapitare ancora, a meno che il popolo tra un mese sappia dire NO.

A cosa? All’aumento della deduzione fiscale dei premi per i figli di 1’200 franchi sulla quale voteremo il 18 giugno. Una proposta a prima vista interessante, ma che nella realtà favorisce solo chi ha redditi elevati e patrimoni consistenti, lasciando agli altri solo le conseguenze negative dei risparmi che creerà l’ammanco nelle casse pubbliche.

Perché? Semplicemente perché la riduzione dell’imponibile si traduce in risparmi consistenti sulle imposte cantonali e comunali solo per chi ha redditi imponibili di un certo livello, dai 150’000 franchi annuali in su, corrispondenti a 15’000-17’000 franchi al mese di entrate. Per chi non ha questa situazione l’effetto è nullo o quasi nullo. Lo è per chi non ha molte assicurazioni complementari in ambito malattia e non paga per la camera privata, perché non spendendo abbastanza l’aumento della deduzione non lo vedrà neppure, lo è per chi ha già i sussidi di cassa malati, lo è per i molti o moltissimi che sono ben lungi da questi redditi, lo è per gli anziani che di figli a carico non ne hanno. Il paradosso è che chi non riceverebbe nulla da questa misura si potrebbe trovare nella spiacevole condizione di pagarne le conseguenze. Perché gli sgravi producono minori entrate nelle casse pubbliche, le minori entrate producono programmi di risparmio e non di rado questi risparmi avvengono toccando i sostegni alle famiglie, i sussidi ai premi di cassa malati ecc. Le deduzioni fiscali per loro natura favoriscono chi è più benestante e non sono una misura efficace per sostenere chi deve essere sostenuto. Se si vuole intervenire per dare una mano davvero a chi fatica a pagare i premi di cassa malattia, allora si usino i soldi previsti per lo sgravio ai ricchi dirottandoli sul potenziamento dei sussidi, che sono stati costruiti appositamente per sostenere i ceti meno favoriti ed evitare lo sperpero di denaro pubblico.

Il popolo dirà la sua, ma si sa già sin d’ora che, oltre a chi ha figli e redditi medio bassi, certamente anche le persone sole e le coppie senza figli a carico, ad esempio gli anziani, non riceveranno un centesimo in più da questo sgravio. E questo nonostante siano soprattutto queste persone a dover spendere ogni mese una parte considerevole del proprio budget per i premi di cassa malati.

Attraverso le deduzioni si inganna la cittadinanza e si danno i maggiori aiuti a chi in realtà non ne ha bisogno, ossia alle fasce più benestanti. Abbiamo l’occasione di evitare di confermare il saggio e amaro detto dialettale “Danée fa danée e piöcc fa piöcc”, perché non è ragionevole far tirare la cintura a moltissimi per dare a chi non ne ha bisogno un premio fiscale di alcune centinaia di franchi all’anno, magari da usare per un fine settimana turistico all’estero. Diciamo quindi assieme di NO a questo sgravio cantonale ingiusto.

Articolo di Manuele Bertoli, già Consigliere di Stato

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