Crisi climatica: un’eredità ingiusta

Mesolcina, Vallemaggia, Blatten – per citare solo tre esempi recenti – lo dimostrano con chiarezza: la crisi climatica è una realtà concreta, anche in Svizzera.
Come donna vicina all’età della pensione, potrei anche pensare: e allora? Personalmente sto bene, e la crisi non sembra toccarmi da vicino – né, probabilmente, lo farà in futuro. Potrei facilmente voltarmi dall’altra parte e convincermi che non mi riguarda. Ma ho due figlie e, soprattutto, due nipoti che – lo spero vivamente – vivranno ancora a lungo e vedranno la fine di questo secolo.
Ecco perché non posso restare indifferente. Se non adottiamo misure rapide ed efficaci per frenare il surriscaldamento globale e, al contempo, proteggere le persone dagli effetti già in corso, ciò che oggi osserviamo si moltiplicherà: inondazioni, siccità, ondate di calore, eventi meteorologici estremi, scioglimento dei ghiacciai e mancanza di neve. La vita sul pianeta Terra diventerà molto più difficile per le nuove generazioni. E, questa volta, la Svizzera non potrà contare sul suo consueto status di “isola felice”. Secondo un recente studio scientifico, il nostro Paese alpino è infatti un vero e proprio hotspot climatico, che si sta riscaldando a una velocità quasi doppia rispetto alla media globale.
In questo contesto, i Giovani Socialisti pongono una domanda fondamentale sul futuro del pianeta – e hanno tutte le ragioni per farlo. Con la loro “Iniziativa per il Futuro”, scelgono di affrontare una domanda scomoda: chi deve pagare per le misure necessarie a contrastare la crisi climatica? La proposta di introdurre un’imposta del 50% sulle eredità superiori ai 50 milioni di franchi è chiara e coerente: le risorse vanno reperite non dal ceto medio, non da chi già fatica ad arrivare alla fine del mese, ma da chi dispone dei grandi patrimoni.
A me non sembra un’eresia, come qualcuno vuole far credere. Mi sembra, piuttosto, una scelta di buonsenso. Ed è per questo che il 30 novembre depositerò nelle urne un sì convinto. Non tanto per me, ma per chi verrà dopo di me

articolo di Gina La Mantia, già gran consigliera PS, apparso il 17 novembre su LaRegione

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