Creazione di un fondo sociale per aiutare i cittadini in difficoltà a far fronte alle spese di prima necessità

L’emergenza coronavirus sta mettendo in difficoltà il sistema sanitario, il mondo economico e le famiglie. A livello cantonale e federale sono state messe in atto delle misure a sostegno dell’economia e dei lavoratori. Un impegno importante che tramite l’accesso alla liquidità e al lavoro ridotto dovrebbe riuscire ad evitare conseguenze altrimenti difficilmente rimediabili per la nostra società.

Non tutte le persone però riusciranno ad avere accesso a questi aiuti o se anche dovessero averlo, questi aiuti potrebbero non essere sufficienti per far fronte alle difficoltà economiche. Pensiamo alle fasce di popolazione più fragili: i lavoratori precari, i piccoli indipendenti e le famiglie a rischio di povertà.

Soprattutto quelle economie domestiche che si basano su un unico reddito, prive di aiuti sociali, potrebbero rischiare di entrare nell’indigenza, prima, e nelle maglie dell’assistenza, poi. Una situazione da cui potranno uscire solo con grosse difficoltà e tempi molto lunghi.

Inoltre l’impossibilità temporanea, per alcune persone, di pagare l’affitto, il premio cassa malati o la mancanza dei soldi per fare la spesa avrebbero conseguenze molto gravi sul nucleo famigliare e di riflesso sulla società.

Per evitare che queste situazioni si verifichino è necessario mettere in atto, parallelamente alle misure economiche a favore delle aziende e dei lavoratori, delle misure sociali straordinarie valide fintanto che la situazione di crisi non sarà terminata.

Con questa mozione chiediamo al Consiglio di Stato di istituire un fondo sociale cantonale che vada in aiuto alle famiglie in difficoltà economiche a causa dell’emergenza coronavirus. Il fondo dovrebbe poter erogare prestiti e/o contributi a fondo perso secondo le necessità per pagare affitto, cassa malati (la parte non sussidiata), fatture mediche o sanitarie, acquisto di beni necessari.

Il finanziamento dovrebbe essere garantito da Cantone e Comuni con un riparto del 75%, rispettivamente del 25% degli oneri, come avviene per l’assistenza.

La procedura di richiesta dovrebbe essere il più semplice possibile e venire valutata dagli enti locali o sussidiariamente dal Cantone stesso. Per accedere agli aiuti dovrebbe bastare la residenza e un’autocertificazione del bisogno da parte del richiedente. L’importo erogato potrebbe avere un tetto massimo di 5000 franchi per unità di riferimento. Nel caso venisse adottata la forma del prestito questo dovrebbe essere senza interessi e rimborsabile in cinque anni.

Chiediamo al Consiglio di Stato, vista l’urgenza della situazione, di approvare un decreto esecutivo ad hoc.

Per il Gruppo PS: Ivo Durisch

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