Conferenza stampa – “Basta con il dumping salariale in Ticino”

• Un Governo preoccupato (solo in queste occasioni) delle finanze e un Parlamento codardo almeno nell’espressione della sua maggioranza per paura di un pronunciamento popolare hanno rimandato alle calende greche un’iniziativa meritevole di maggiore attenzione non fosse altro che per tener conto del disastro occupazionale di questo cantone.
• Si tratta a nostro modo di vedere dell’ennesima dimostrazione da parte delle forze borghesi di impedire la reale implementazione delle misure di accompagnamento a favore dei cittadini residenti e occupati sul nostro territorio
• Non è peraltro una novità se queste misure fossero state introdotte e applicate come conviene molto probabilmente lo scorso 9 febbraio le cose sarebbero andate diversamente.
• Ma veniamo ai fatti d’attualità l’iniziativa ‘Basta con il dumping salariale” giace nei cassetti dallo scorso 2011 e ciò nonostante i nostri continui solleciti per una rapida evasione della stessa e poi quando sembrava che se ne potesse finalmente discutere ecco l’ennesimo rinvio
• Eppure l’iniziativa vuole semplicemente fare in modo che lo Stato si doti dei mezzi indispensabili per combattere il dumping salariale sanando almeno in parte la disastrosa situazione di precarietà che regna nel mercato del lavoro attuale
• Quindi in mancanza di salari minimi obbligatori per tutti e quindi facilmente controllabili la sola strada percorribile è quella di un aumento degli ispettori che con una presenza continua in tutti i settori lavorativi possano effettivamente rilevare eventuali situazioni di dumping non solo salariale.
• Infatti il dumping salariarle si presenta sotto molte forme (tempi di lavoro totali retribuiti solo parzialmente vacanze non concesse straordinari non riconosciuti professionalità negate supplementi e giorni di libero cancellati …)
• Per far emergere tutte queste situazioni è però necessario disporre di un numero sufficiente di ispettori affinché attraverso una generalizzazione dei controlli aziendali (sia aziendale che nei servizi) e quindi con l’aumento degli audit si possa combattere seriamente tutte le situazioni di sfruttamento che si annidano in molte troppe realtà del nostro Cantone.
• Certamente ciò significa anche mettere il naso nelle realtà locali e quindi mettere a nudo anche certe pratiche che alle verginelle autoctone sarebbe difficile spiegare senza fare la classica figura dei cioccolatai.
• Ma visto che qui nessuno è fesso e che a fronte di un’enfatizzazione mediatica dei Contratti collettivi di lavoro corrisponde nella realtà un loro smantellamento. non possiamo che concludere che la gestione disinvolta e fraudolenta della situazione conviene anche alla maggioranza dell’imprenditoria locale
• I costi: come sempre ogni qualvolta si presentano soluzioni ai problemi dei lavoratori e delle lavoratrici si riesce a quantificare a suon di milioni il loro impatto come se un corretto modo di operare che permetta alla gente di vivere meglio non sia un risultato degno di investimenti tutto sommato sopportabili
• E poi come sempre nessuna quantificazioni del ritorno. Si perché salari correttamente riconosciuti prestazioni retribuite anziché razziate orari di lavoro rispettati e vacanze correttamente consumate contribuirebbero ad un miglioramento redistributivo immediato e generalizzato con ricadute importanti per tutta la nostra economia e per la salute dei salariati.
• Ciò che per lo Stato corrisponderebbe ad una minore necessità d’intervento a sostegno dei redditi ad un aumento del gettito fiscale ad una diminuzione della richiesta assistenziale e ad un incremento occupazionale dei residenti oltre a minori costi per la salute.
• Certamente quella fetta di imprenditoria scorretta votata al profitto ad ogni costo perderebbe una parte dei suoi vantaggi ma chi non ha nulla da nascondere non avrebbe neanche nulla da temere e poi soprattutto gli onesti sarebbero finalmente premiati a scapito dei disonesti .

Bellinzona 10 dicembre 2014
S.Lurati

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