Comunque un grande risultato per il Ticino

Purtroppo l’iniziativa "1:12 – Per salari equi" non ce l’ha fatta. Troppo intensa e martellante è stata la campagna degli oppositori che non hanno esitato a proporre argomenti pretestuosi prospettando agli elettori e alle elettrici conseguenze inverosimili e mettendo in campo tutta la forza anche economica che il grande capitale sa trovare quando vuole fare propaganda. Nonostante il grande impegno che migliaia di militanti hanno profuso per l’iniziativa impegno per il quale li e le ringraziamo il risultato delle urne non le è favorevole. Nondimeno il problema dei salari sproporzionati rimane attuale reale e riconosciuto dagli stessi oppositori della "1:12" che però non sono stati in grado di proporre alcuna soluzione diversa.
Prendiamo atto del risultato. Ma l’iniziativa ha comunque segnato un successo: è stato affrontato il tema del crescente divario salariale e delle disuguaglianze facendo discutere dentro e fuori dai confini nazionali. Inoltre osserviamo che in Ticino è un insuccesso di strettissima misura: un ottimo segnale per le future campagne sull’aquità nel nostro Cantone.
Dunque una grande parte delle cittadine e dei cittadini ticinesi si è espressa per una società più equa nella quale le disuguaglianze non raggiungano i livelli abnormi e indecenti del presente. Per rappresentare il loro desiderio di una società più giusta noi continueremo a portare le loro istanze in tutte le sedi istituzionali dal Parlamento fino a eventuali altre occasioni di voto. E di questo risultato comunque importante il Parlamento e il Governo dovranno tener conto nel formulare progetti di legge che vadano verso una riduzione delle disuguaglianze piuttosto che un loro aumento. Anche perché già l’anno prossimo il popolo sarà chiamato a esprimersi su un altro tema importante: l’introduzione di un salario minimo legale di 4.000 franchi.

Non "per le famiglie" ma "per le famiglie ricche": così si sarebbe dovuta chiamare l’iniziativa dell’UDC che chiedeva sgravi fiscali per chi si occupa personalmente dei propri figli senza usufruire di strutture di accoglienza extrafamiliari. Un’iniziativa che non solo avrebbe favorito i benestanti e danneggiato le coppie nelle quali entrambi i coniugi lavorano per necessità ma avrebbe pure veicolato l’idea della superiorità della famiglia tradizionale nella quale la donna non ha occasione di potersi realizzare come persona anche nell’ambito professionale.
Ma le cittadine e i cittadini hanno capito l’inghippo e non hanno ascoltato gli argomenti ingannevoli degli iniziativisti. Non ci saranno sgravi senza spese comprovate così come dev’essere in ogni fiscalità sana e razionale. E le donne potranno continuare a sentirsi libere di lavorare non solo per necessità ma anche per realizzare sé stesse.

l’argomento era controverso. Tant’è vero che il Partito Socialista Svizzero sulla questione dell’aumento della vignetta autostradale aveva lasciato libertà di voto. Il PS-Ticino però dopo un animato dibattito durante un Comitato cantonale aveva invitato a votare "No". Questo risultato è stato confermato dalle elettrici e dagli elettori. Ce ne rallegriamo: in futuro potremo ancora ricorrere a referendum contro i progetti stradali che non vogliamo. Veglieremo affinché i soldi dello Stato vengano spesi soprattutto per favorire il trasporto pubblico privilegiando la compatibilità con le esigenze dell’ambiente e con la sua protezione.

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