Comitato cantonale: il resoconto

Mercoledì 22 febbraio, presso la Casa del Popolo a Bellinzona, s’è tenuto il Comitato cantonale . All’ordine del giorno: il bilancio delle votazioni del 12 febbraio, la discarica del materiale dei lavori di scavo del raddoppio del San Gottardo, la risoluzione riguardo alla chiusura degli uffici postali in Ticino, la mozione della Giso a sostegno del referendum lanciato da Nenad Stonjanovic e la proposta di risoluzione proposta da Bruno Storni a sostegno dell’idroelettrico Ticinese.

Bilancio votazioni e caso permessi
Nel suo intervento, il Presidente Igor Righini ha tratto il bilancio delle votazioni del 12 febbraio scorso. Il risultato ottenuto è incoraggiante e soddisfa il Partito. La vittoria del referendum contro i tagli ai servizi di assistenza e cura a domicilio dimostra che il PS sa e può ottenere dei risultati oltre il suo bacino elettorale. Sulla riduzione delle prestazioni sociali, è mancato solo il 2,5% per fare la differenza. L’area rosso-verde si è battuta da sola contro i partiti di maggioranza per cui questo risultato è incoraggiante.
Netta vittoria del NO e dunque anche del PS contro la Riforma III delle imprese. Non sono mancati che poco più di 2’000 voti perché il NO vincesse anche in Ticino, dove però – contrariamente al resto della Svizzera- l’area rosso-verde ha condotto la campagna per il No da sola. Considerata la netta vittoria del No, visto lo squilibrio della campagna in Ticino, il risultato generale è da considerarsi buono.
Un commento, infine, riguardo allo ‘scandalo dei permessi’ che ha colpito l’Ufficio della migrazione e il Dipartimento delle Istituzioni. Il Consigliere di Stato Norman Gobbi “ha avuto un comportamento inadeguato, non consono a un uomo di Stato”, in particolare rilasciando delle dichiarazioni che non possono essere accettate. “Norman Gobbi è tenuto a portare la responsabilità del suo Dipartimento, ossia a rispondere di quanto avvenuto davanti ai cittadini e alle istituzioni”, ha sottolineato Igor Righini.

Discarica di materiali alla Buzza di Biasca
Gina La Mantia, ha presentato la problematica relativa alla creazione di una discarica cantonale di materiale inerte e di scarti per ben 1.3 milione di metri cubi, sul confine di Biasca e Serravalle sul sito della Buzza. Una situazione preoccupante per la zona, già sacrificata in passato a causa del deposito del materiale di scavo di AlpTransit per cui è stata lanciata una petizione che sarà consegnata a breve.

No alla chiusura degli uffici postali
L’intervento di Marco Forte, del sindacato Syndicom, ha introdotto la trattanda della chiusura degli uffici postali. La Posta prospetta di chiudere 32 uffici postali in Ticino così come la possibile chiusura di 46 uffici supplementari nei prossimi 3 anni, su un totale di 113.
Syndicom ha elaborato una mappa che permette di visualizzare l’inaccettabile risultato in Ticino causato dalla decisione della Posta. Giulio Bozzini e Marina Carobbio hanno presentato la proposta di risoluzione “Per un servizio pubblico di qualità per tutti, stop alla chiusura degli uffici postali”, accettata all’unanimità. La chiusura degli uffici postali non è conforme al mandato di servizio pubblico che La Posta è tenuta a garantire. La risoluzione chiede che questa serie di chiusure venga bloccata, che nelle agenzie sia garantito l’impiego di personale qualificato e chiede ai suoi rappresentati a livello cantonale, comunale e federale di attivarsi contro questo smantellamento del servizio pubblico.

Il PS non sosterrà il referendum lanciato da Nenad Stojanovic
La mozione della Giso, a sostegno del referendum lanciato da Nenad Stojanovic – presentata da Aramis Gianini, Fabrizio Sirica e Giulio Bozzini – ha dato luogo a un interessante dibattito. Questo arricchente confronto d’idee e vedute ha dimostrato come il PS sappia accogliere il dibattito aperto, in cui le voci e le posizioni discordanti possono confrontarsi apertamente nel rispetto dell’opinione altrui.
Aramis Gianini, Fabrizio Sirica e Giulio Bozzini – le cui idee sono state appoggiate nel corso del dibattito da Hernik Bang – hanno sostenuto l’idea secondo cui è necessario che il popolo possa esprimersi sulla legge d’applicazione dell’iniziativa del 9 febbraio 2014.
La trattanda è stata introdotta da Nenad Stojanovic che ha presentato le ragioni del referendum. Questo – ha affermato, secondo un’idea sostenuta anche dalla Giso – metterebbe in difficoltà il discorso populista e l’UDC. Di opinione contraria Carlo Lepori, che ha espresso anche il parere della Direzione: alle Camere il PS ha sostenuto e votato la legge d’applicazione . Una soluzione ragionevole al paradosso generato dall’iniziativa del 9 febbraio, in contrapposizione con la via bilaterale ugualmente votata a più riprese dal popolo. Contrari al sostegno del referendum anche Manuele Bertoli, Marina Carobbio e Ivo Durisch. Manuele Bertoli ha sottolineato come il nodo della questione siano gli accordi bilaterali e che il referendum in questione non la risolverebbe. Marina Carobbio ha affermato che sostenere il referendum “rischia di rilanciare la destra” e che decidere di appoggiarlo significa anche impegnarsi attivamente nella raccolta delle firme. Ivo Durisch ha presentato i motivi per cui il Gruppo PS in Gran Consiglio ha rifiutato la proposta d’iniziativa formulata da Fiorenzo Dadò, appoggiando le opinioni contrarie espresse dagli altri esponenti.
Infine il Comitato cantonale, con 24 voti contrari e 12 voti a favore della mozione della Giso, ha negato l’appoggio del PS al referendum di Nenad Stojanovic.

Un’educazione di qualità con una scuola inclusiva ed equa
Carlo Lepori ha presentato il documento “Sette punti del PS per un’educazione di qualità con una scuola inclusiva ed equa” elaborato al fine di contribuire attivamente alla riflessione e al dibattito che accompagnano il mutamento in seno alla scuola.
Il Partito Socialista crede in una scuola inclusiva ed equa, attenta a fornire a tutti i giovani gli strumenti necessari per questa fondamentale crescita. La riforma della scuola dell’obbligo è un processo le cui conseguenze sono capitali per il futuro dei giovani e dell’educazione.
Il Partito Socialista ritiene perciò necessario che sia dato ascolto alla voce di docenti, associazioni e sindacati che intendono illustrare le preoccupazioni riguardo al carico di lavoro supplementare che la riforma della scuola implica. Questo affinché vi sia una dimensione partecipativa alla mutazione della scuola e chi ci lavora venga coinvolto.


Sì alla risoluzione per l’idroelettrico ticinese
Bruno Storni ha esposto gli elementi e gli argomenti della sua proposta di risoluzione a sostegno del settore idroelettrico ticinese. Dopo avere ricordato l’intenzione di riduzione del personale nel settore in Ticino – una quarantina di posti di lavoro sono a rischio – Bruno Storni ha spiegato le ragioni della crisi dell’idroelettrico ticinese. La liberalizzazione del mercato fa sì che le aziende di distribuzione acquistino energia meno cara rispetto all’idroelettrico, ad esempio l’energia da carbone.
Le aziende distributrici sono una concausa della crisi del settore e vincolarle all’acquisto di energia del settore idroelettrico ticinese (5cts/kWh) invece di permettere loro di acquistare energia non rinnovabile (2-3cts/kWh), alla luce del prezzo a cui le aziende la rivendono (fino a 20cts/kWh), non le manderebbe di certo in malora.
La risoluzione proposta da Bruno Storni, che chiede che i municipi si attivino presso le aziende perché acquistino energia idroelettrica ticinese, è stata adottata dal Comitato cantonale.

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