Un Comitato cantonale all’insegna della parità

Il 2019 è l’Anno femminista, con lo Sciopero femminista del 14 giugno. «Se le donne lo vogliono, tutto si ferma» sarà lo slogan dello Sciopero delle donne* con cui verrà data ancora più forza alle rivendicazioni femministe.
Un Comitato cantonale, di mercoledì 20 marzo, all’insegna quindi della parità: diretto da donne e con oratrici esclusivamente donne.

Il Comitato, presieduto da Corinne Sala e Laura Riget, è stato aperto da Cristina Zanini Barzaghi, membro di Direzione del PS.
Le donne in politica portano da tempo la volontà di costruire una società più sostenibile e più giusta per tutte e tutti. Il femminismo è nel nostro programma da tempo e il PS lo dimostra con i fatti. Oltre alla solidarietà con le donne, evidenziata anche la necessità di dimostrarla con l’insieme della popolazione, soprattutto con chi ha difficoltà. Ci battiamo da oltre 100 anni per il progresso sociale, per l’AVS, il diritto di voto e di eleggibilità delle donne, salari dignitosi e migliori condizioni di lavoro. Resta ancora molto da fare, a partire dal contenimento dei premi cassa malati, un salario minimo realmente dignitoso, alloggi accessibili e delle misure per concretizzare la svolta ecologica. Molto importante, quindi, compattarci per le Cantonali del 7 aprile e votare la nostra lista Partito Socialista – Gioventù Socialista: abbiamo bisogno di tutti e tutte, ogni scheda e ogni voto conta. Questo anche in vista delle federali poiché puntiamo al raddoppio e per cui Cristina Zanini Barzaghi ha auspicato la candidatura di Marina Carobbio.

Lisa Boscolo e Lorenza Gianolli, della Coordinazione cantonale dello Sciopero femminista, hanno presentato lo Sciopero delle donne* del 14 giugno e il manifesto dello sciopero, in 19 punti, a cui siamo tutte e tutti invitati a partecipare attivamente. In caso d’impossibilità, l’invito è a una partecipazione che sia almeno simbolica.

La parità è iscritta nella Costituzione federale dal 1995, ma non è stata ancora realizzata. Non attenderemo, la pazienza è finita: la parità va concretizzata ora. Le donne* continuano a subire inaccettabili disparità salariali, non sono sufficientemente rappresentate in politica, nel mondo economico, nelle funzioni dirigenti, in seno alla giustizia. È giunta l’ora di porre fine alle discriminazioni, alle ingiustizie e alla violenza sulle donne*. Lo sciopero femminista avrà un’ampia portata politica perché le rivendicazioni riguardano anche la parità economica a tutti i livelli, la valorizzazione del lavoro di cura, la libertà di riconoscersi in un genere senza che essere vittima di discriminazioni. Delle rivendicazioni contenute nel “Manifesto per un socialismo femminista” che il PS si impegna a realizzare.

Pepita Vera Conforti, del Coordinamento donne della sinistra, ha presentato l’Agenda 54 Donne elettrici. Si tratta di uno spazio di dialogo, di confronto e di concertazione cui aderiscono cittadine, associazioni femminili e donne attive politicamente e di tutti gli schieramenti partitici. Il bilancio 2014-2019 conta ad esempio 29 deputate e deputati eletti su 120 firmatari e 15 atti parlamentari riguardo alla parità. L’obiettivo principale per la prossima legislatura è garantire risorse economiche sufficienti per l’attuazione delle misure di parita? adottate dal Governo e dal Parlamento cantonale: il Bilancio di genere, il Piano d’azione della parità?, la Carta della parità? salariale. Il 40% delle e degli aderenti di Agenda 54 sono del PS, con la sottoscrizione a una carta d’impegno reciproca. Deputate e deputati s’impegnano ad aderire integralmente all’insieme delle proposte e a promuoverle, garantendo la trasparenza del voto e uno scambio d’informazioni con l’Agenda 54 Donne elettrici. L’Agenda s’impegna a informare l’opinione pubblica, organizzare degli incontri e degli approfondimenti e a rendere conto dell’implementazione dell’agenda.

Gina La Mantia, Deputata PS al Gran Consiglio e Segretaria centrale di PS Donne*, ha presentato l’iniziativa «Per premi meno onerosi», l’iniziativa lanciata dal PS per dei premi cassa malati accessibili a tutte e tutti. Con questa iniziativa vogliamo che nessuna economia domestica in Svizzera debba spendere più del 10% del proprio reddito disponibile per i premi cassa malati. Negli ultimi 20 anni i premi cassa malati sono più che raddoppiati, aumentando molto più rapidamente rispetto ai salari e alle pensioni, comportando un grave problema per molte persone. Il peso sulle spalle delle assicurate e degli assicurati con un reddito basso e medio è diventato insostenibile: un onere che oggi equivale in media al 14% del reddito disponibile. Oltre a un notevole sollievo per le assicurate e gli assicurati, con questa iniziativa il sistema sarà più equo tra regioni visto che la riduzione dei premi dovrà essere applicata nello stesso modo in tutti i cantoni. Fra il 10 e il 20% della popolazione rinuncia a recarsi dal medico perché non può far fronte alle spese. La sanità dev’essere organizzata in modo efficiente ed equo: non vogliamo una sanità a due velocità.

Tatiana Lurati ha presentato lo stato dei lavori parlamentari sull’introduzione del salario minimo legale. L’iniziativa “Salviamo il lavoro in Ticino!” è stata accettata con la votazione del 14 giugno 2015, mentre la garanzia federale è stata accordata a maggio del 2017.
L’iniziativa prevede che “ogni persona ha diritto a un salario minimo che le assicuri un tenore di vita dignitoso”. La proposta del Consiglio di Stato, col suo messaggio, è un salario minimo posto in una forchetta tra 18.25 e 19.25 franchi, che per il PS sono largamente insufficienti. Soprattutto tendendo conto della sentenza con cui il Tribunale federale ha respinto i ricorsi all’introduzione di un minimo salariale di 20 franchi nel Canton Neuchâtel, confermando che l’adozione dei criteri delle PC per l’AVS/AI non ledono la libertà economica e sono in effetti giusti per adottare una misura sociale per la lotta alla libertà e al fenomeno dei working-poor.
Le soglie delle PC applicate al Ticino, tenendo conto dei costi per l’acquisizione del reddito, corrispondono a un salario minimo di 21.50 franchi. Una forchetta dai 20 ai 20.50 sarebbe una soluzione minima di compromesso. Evidenziato il fatto che il mercato del lavoro fragilizzato, le condizioni di lavoro più precarie e i salari più bassi toccano in special modo le donne, per le quali questa misura è ancora più necessaria.

Daniela Falconi ha presentato la risoluzione della GISO “Emergenza climatica: è l’ora di agire!”. La risoluzione chiede che gli studenti e le studentesse che scioperano non devono incorrere in sanzioni. L’azione di impegnarsi nel movimento per il clima dimostra grande responsabilità civica e non dev’essere punita. La Svizzera, e se necessario il Cantone Ticino e i Comuni prima di lei, deve dichiarare lo stato di emergenza climatica, ponendosi degli obiettivi precisi.  La gestione urbana e la pianificazione del territorio devono favorire l’uso dei mezzi pubblici, con una rete più capillare, con migliori frequenze. La rivalutazione del sistema agricolo svizzero, con l’obiettivo di limitare la produzione di carne e latticini a causa del forte impatto che implicano nell’abuso di risorse prime, come acqua, cereali e suolo.
La piazza finanziaria svizzera e? una delle più importanti al mondo: la risoluzione chiede perciò di impedire o limitare severamente gli investimenti sui combustibili fossili e le risorse naturali di base (come acqua e grano) entro il 2030.  Più investimenti e incentivi per le energie rinnovabili, e la proibizione di combustibili fossili a partire dal 2030.
Una risoluzione adottata dal Comitato a grande maggioranza.

 

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